di Antonio Zito
Il 4 giugno del 1994 moriva Massimo Troisi in conseguenza di una grave malattia di cuore, ma a trenta anni di distanza il ricordo che a lasciato nel mondo dell’arte e tra il pubblico è davvero notevole. Molti ricorderanno gli esordi cabarettistici dell’artista specialmente con gli amici e colleghi Lello Arena e Enzo Decaro , nella “Smorfia” in TV fino alle sette nel importanti opere che sono succedute da Ricomincio da tre nel 1981 a Il Postino nel 1994 senza dimenticare il “Non ci resta che piangere” del 1984. E una utile via per riepilogare il suo lavoro che pur nella sua breve vita ha compiuto è ripensare agli artisti con cui ha collaborato come per esempio Roberto Benigni indimenticabile compagno di viaggio nel Non ci resta che piangere , ma anche Giuliana De Sio, Philip Noiret, amici come Pino Daniele, e tanti artisti italiani con cui ha collaborato per le sue opere cinematografiche che furono tanto premiate in Italia e all’estero. Collaborò anche con Mastroianni ed Ettore Scola per “Splendor” e fu sicuramente anche molto conosciuto all’estero come già era avvenuto con l’opera di Eduardo De Filippo ma anche di Totò e Buster Keaton a cui la critica lo aveva paragonato per il suo originale modo di risvegliare emozioni. Anche se non ebbe l’Oscar ma solo la candidatura a ben cinque nomination oltre a due David di Donatello e vari altri riconoscimenti tra cui vari globi d’oro e nastri d’argento è stato un personaggio carismatico che è difficile dimenticare.
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