di Matteo Vicinanza
Un’ osservazione da Guinnes quella portata a termine in queste notti dal “Virtual Telescope Project. Infatti questo strumento robotico da 356 millimetri di diametro che ha portato alla riuscita di una parte del progetto. Infatti l’incredibile impresa di immortalare il corpo celeste in assoluto il più remoto del cielo boreale ed osservabile alla lunghezza d’onda della luce visibile ai confini del nostro universo. Si tratterebbe del quasar “SDSS J114816.64 + 525150.3 che è stato collocato nella costellazione della nostra Orsa Maggiore. Esso è così lontano che la sua luce può essere osservata oggi dalla Terra, è partita quasi 12.9 miliardi di anni fa quando il nostro universo aveva meno di 900 milioni di anni, contro l’età attuale che è stata stimata in 13.7 miliardi di anni. Mai prima d’ora un telescopio da 350 mm di diametro aveva scrutato così indietro sia lo spazio che il tempo.
Un risultato enorme e storico
Un risultato storico, che è stato possibile anche grazie alla straordinaria qualità del cielo notturno di Manciano, dove sono installati gli strumenti del “Virtual Telescope Project. Quel trritorio, infatti, è caratterizzato dal cielo più stellato e privo di inquinamento luminoso di tutta l’Italia peninsulare e per tali qualità ambientali meriterebbe – come avviene da tempo in altri Paesi europei – di essere preservato come parco delle stelle, viste le straordinarie osservazioni astronomiche che permette, come quella da record descritta in questo interessante articolo.
Quando viene scoperto nel 2003, SDSS J114816.64 + 525150.3 divenne il quasar più distante in assoluto al tempo conosciuto. Da allora, sono solo otto i quasar più remoti individuati, ma esso resta il più lontano osservabile alle lunghezze d’onda della radiazione visibile, ovvero quella cui sono sensibili i nostri occhi, collocandolo nel cielo boreale.
Quasar energetici
E’ importante rilevare che questo oggetto celeste non beneficia di alcun effetto di amplificazione da parte di lenti gravitazionali, il che lo rende decisamente più difficile da osservare. Non è solo l’incredibile distanza da record superata con questa osservazione a restituire una straordinaria emozione, ma anche il significato di quella flessibilissima luce catturata dagli occhi attenti del “Virtual Telescope Project”. Quel punto quasi impercettibile, che nel cielo della Terra appare un miliardo di volte più debole della Stella Polare, che si trova così lontano nel tempo che all’epoca, l’Universo attraversava la cosiddetta “Era della Reionizazione”, tra 150 milioni e un miliardo di anni dopo il Big Bang, dovuta all’energia irradiata dalle prime stelle e galassie formatesi in quel Cosmo primordiale. Il quasar J114816.64+ 525150.3 è tra gli strumenti più energetici del cielo, uno degli abitanti più luminosi dell’Universo di allora, “animato da un colossale buco nero centrale dalla massa pari a miliardi di stelle come il Sole.
Un cielo unico
I quasar rappresentano i nuclei luminosi di galassie lontane, il cui “ motore” è un buco nero supermassiccio. Esso riceve continuamente materiale dallo spazio circostante che, in attesa di precipitare al suo interno, indugia in un disco di accrescimento molto caldo, che rilascia un’enorme quantità di energia, tanto da rendere i quasar tra gli strumenti più luminosi del cielo, visibili fino a distanze profondissime. Un’osservazione così estrema sottolinea le straordinarie capacità e potenzialità del “Virtual Telescope Project e del cielo del luogo di Manciano dove questo quasar è installato.
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