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L’e-commerce e la desertificazione dei centri storici

di Luca Boffa

I negozi  tradizionali stanno sparendo, lo dice “Demografia d’impresa nelle città italiane”, l’analisi di Confcommercio secondo cui da nord a sud in Italia i negozi tradizionali stanno sparendo dai centri storici delle città. Il fenomeno inizia a partire dal 2012 a causa anche, e soprattutto, dell’e-commerce ovvero i siti di commercio online dove si compra roba di vario tipo dai libri al vestiario.

L’e-commerce però non colpisce o colpisce di meno i negozi delle zone periferiche, dove abita la maggior parte della gente sempre secondo l’analisi di Confcommercio. Un esempio emblematico nel nostro paese è Perugia dove sono spariti più di cento negozi in dieci anni. Un altro esempio emblematico è Pescara che detiene il record addirittura di 300 negozi chiusi nel centro storico.

Sembrerebbe che i negozi tradizionali, o botteghe come si chiamavano un tempo, potrebbero tramontare nei centri storici italiani presto, ma non è detta l’ultima parola in quanto potrebbe esserci in futuro una rifioritura di queste attività magari in una versione al passo coi tempi.

I negozi dei centri storici dovrebbero essere rivalutati anche per un fatto turistico, essendo l’Italia una dei paesi più turistici del mondo e il turismo deve vivere non solo di bellezze storico artistiche ma anche di commercio magari a base di prodotti locali.

Per concludere se da un lato i negozi tradizionali stanno sparendo dai centri storici dall’altro lato potrebbe esserci come è stato già detto una rivalutazione dei prodotti tradizionali nelle botteghe dei centri storici.

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