di ANTONIO ZITO
Oggi 5 febbraio 2024 è stato presentato dal Governo un disegno di legge con l’obbiettivo dichiarato di introdurre il premierato per il governo del paese al posto di quello attuale che prevede la nomina del presidente della Repubblica .
Tale cambiamento è voluto dalla maggioranza di governo ma come ben si può intuire è destinato a suscitare molte polemiche tra i partiti e comunque tra tutte le forze politiche presenti nella società. Il premier così eletto per suffragio popolare è una novità per il nostro Paese e chiaramente ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica perciò questo decreto è in realtà una proposta di legge che avrà bisogno per la sua attuazione di una larga fiducia sia al parlamento che al senato, ben oltre i numeri di voti di cui può contare la maggioranza. Tale decreto è chiaramente una voluta ricerca di discussione che però si preannuncia molto accesa.
L’opposizione e in particolare il PD pensa al modello tedesco del cosiddetto cancellierato con una scelta del Premier prima delle elezioni ma con maggiore importanza del ruolo del Presidente della Repubblica, più ostile alla riforma il Movimento 5stelle che lo attacca in previsione delle altre riforme previste come quella della giustizia in cui anche la figura del Presidente come capo supremo della magistratura e membro del CSM sarebbe coinvolta. Si teme che in caso di eccessive polemiche si possa arrivare a un referendum, visto che si tratta di materia costituzionale e perciò molto delicata.
La Premier Giorgia Meloni è stata eletta con il programma che tra le tante cose voleva introdurre un tipo di Premierato da discutere però dopo le elezioni nelle due Camere e come sappiamo è necessaria una maggioranza di voti molto larga che dovrà per forza includere anche solo una parte delle opposizioni. Ecco perchè la Meloni è così moderata nei suoi obbiettivi legislativi avendo in realtà in gioco il suo stesso Governo che sembra andare abbastanza bene ancora. Le novità istituzionali di questo Governo sono parecchie e comprendono oltre al premierato anche l’autonomia differenziata e la riforma della giustizia e perciò la sua prudenza si spiega con la serietà degli argomenti e della ricerca di larghe intese.
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