di LUCA CONSIGLIO
Artemide è una divinità della religione greca, dea della caccia, degli animali selvatici, della foresta, del tiro con l’arco. E’ anche la dea delle iniziazioni femminili e della luna, protettrice della verginità e della pudicizia.
Artemide è figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo, è una dei dodici Olimpi e la sua origine risale ai tempi più antichi. Fu più tardi identificata come la personificazione della Luna crescente, insieme a Selene (la Luna piena) ed Ecate (la Luna calante) , proprio per questo viene definita con il nome di Trivia. Assieme ad Atena ed Estia, era una dea vergine, armata di archi e frecce d’oro, dimorava nei boschi con i suoi affidabili cani da caccia e con uno stuolo di ninfe.
Fu associata dai Romani alla figura di Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume. Alla dea erano sacri: il cervo, il daino, la lepre, la quaglia, l’orso, il cane, il cipresso e l’alloro. Ha tantissimi epiteti differenti a seconda o di regioni o di imprese. Si narra che la nascita di Artemide avvenne quando Zeus si era invaghito di Leto, figlia dei Titani Ceo e Febe. Al momento dell’unione, il re degli dei trasformò Leto e se stesso in quaglie. Era, regina degli dei e moglie di Zeus, decisa a punire l’adulterio, e ordinò al mostro Pitone, successivamente ucciso dal gemello di Artemide, Apollo, di perseguitare la donna, impedendole di partorire su nessuna terra dove avesse brillato il sole. Leto riuscì a partorire a Delo, l’unica isola galleggiante (che dopo il parto rimase ancorata alla terra) e quindi non soggetta alla maledizione di Era. Leto partorì ai piedi del Monte Cinto, la prima a nascere fu Artemide, che subito dopo aiutò la madre a partorire Apollo. Altri miti riportano che la vendicativa Era, pur di impedirne la nascita, giunse a rapire Ilizia, dea del parto. Solo l’intervento degli altri Dei, che offrirono alla regina dell’Olimpo una collana di ambra lunga nove metri, riuscì a convincere Era a desistere dal suo intento. Si narra che la dea, all’età di tre anni, sedutasi sulle ginocchia di Zeus, chiese al padre di rimanere eternamente vergine e di essere chiamata con molti nomi, come suo fratello Apollo; di avere un arco ricurvo forgiato dai Ciclopi; di concederle sessanta Oceanine di nove anni come ancelle e venti ninfe figlie del fiume Amniso perché si curassero dei suoi calzari e dei suoi cani quando si sarebbe riposata dalla caccia; di darle tutti i monti e quante città volesse lui dedicarle, dal momento che la dea avrebbe abitato sui monti e raramente in città.
Zeus accontentò la figlia, così le donò trenta città che avrebbero onorato soltanto lei, e la nominò custode delle strade e dei porti. Artemide lo ringraziò, e si recò subito sul Monte Leuco in Creta, e poi nel fiume Oceano, dove prima scelse molte Ninfe di nove anni come sue ancelle e poi le ninfe amnise. Dietro invito di Efesto, la dea si recò a visitare i Ciclopi nell’isola di Lipari, e li trovò intenti a martellare un pozzo per i cavalli di Poseidone. Artemide disse ai Ciclopi di trascurare per qualche tempo il pozzo di Poseidone, e di farle un arco d’argento e un bel fascio di frecce d’oro; in cambio, essa avrebbe loro offerto in pasto la prima preda abbattuta. Con queste armi, Artemide si recò in Arcadia, dove Pan le diede tre cani segugi dalle orecchie mozze, due bicolori ed uno macchiettato e sette agili segugi spartani. Avendo catturato vive due coppie di cerve cornute, Artemide le aggiogò a un cocchio d’oro con redini d’oro, e le guidò a settentrione verso l’Emo, monte della Tracia. Poi ritornò in Grecia, dove le Ninfe staccarono le cerve dal cocchio, le strigliarono, le nutrirono e le abbeverarono in pozzi d’oro.
Artemide, come il fratello Apollo, è armata di arco, faretra e frecce, e manda piaghe e morte a uomini e animali: mentre il dio era causa delle morti di uomini, per opera delle sue temibili frecce, allo stesso modo Artemide lo era di quelle di donne. Artemide agisce congiuntamente al fratello: come, infatti, Apollo non era solo un dio distruttivo, ma aveva anche il potere di allontanare il male da lui stesso inflitto, cosÏ Artemide era allo stesso tempo soteira, ossia curava e alleviava le sofferenze dei mortali (curò ad esempio Enea quando fu ferito e portato nel tempio di Apollo). Inoltre, come Apollo fu successivamente identificato con il Sole, così Artemide venne identificata con la Luna. Leto si era recata con Artemide a Delfi, dove si appartò in un sacro boschetto per adempiere a certi riti. Era, per vendicarsi di Leto, suscitò un forte desiderio al gigante Tizio, che stava tentando di violentarla quando Apollo e Artemide, udite le grida della madre, accorsero e uccisero Tizio con nugolo di frecce: una vendetta che Zeus, padre di Tizio, giudicò atto di giustizia. Nel Tartaro Tizio fu condannato alla tortura con le braccia e le gambe solidamente fissate al suolo, e due avvoltoi gli mangiavano il fegato, che gli si rigenerava ogni volta che veniva estratto completamente (tortura simile a quella di Prometeo).
Orione fu ucciso dalla dea Artemide mandandogli contro uno scorpione perché il cacciatore aveva tentato di insidiare le Pleiadi e non solo anche perché si vantò di essere un cacciatore migliore della dea. Per aver reso questo servizio ad Artemide, lo scorpione fu trasformato in costellazione, e lo stesso Orione subÏ una sorte analoga. Per questo la costellazione d’Orione fugge eternamente quella dello Scorpione. Una delle ninfe compagne di Artemide, Callisto, perse la verginità per inganno di Zeus, che era andato da lei nelle sembianze di Artemide stessa, per unirsi a lei pi˘ facilmente. Infuriata, la dea la trasformò in un’orsa. Il figlio di Callisto, Arcade, stava per uccidere accidentalmente la madre durante una battuta di caccia, ma fu fermato da Zeus che li pose entrambi nel cielo sotto forma di costellazioni: l’Orsa maggiore e l’Orsa Minore. Altre versioni riportano, invece, che Artemide uccise l’orsa con una freccia.
Una delle fatiche d’Eracle fu l’ordine di riportare ad Euristeo la cerva di Cerinea dalle auree corna, sacra ad Artemide. Artemide andò incontro a Eracle e lo rimproverò aspramente perché aveva maltrattato la cerva a lei sacra; ma Eracle si difese dicendo di esservi stato costretto e fece ricadere la colpa su Euristeo. Partecipò anche alla guerra di Troia ma per poco visto che Era la intralciò molto e si ritirò. Niobe, regina di Tebe e moglie di Anfione, si vantò di essere migliore di Leto perché mentre lei aveva avuto quattordici figli, sette maschi e sette femmine, detti i Niobidi, mentre Latona ne aveva avuti soltanto due. Quando Artemide e Apollo vennero a saperlo si affrettarono a vendicarsi: usando delle frecce avvelenate, Apollo le uccise i figli (o, secondo una diversa versione, risparmiÚ insieme alla sorella solo un maschio e una femmina dei quattordici Niobidi), di tutti i figli di Anfione e Niobe gli unici a salvarsi furono Amicla e Melibea, che da allora fu chiamata Clori, che significa “la pallida”, perché ad assistere all’orrida strage dei fratelli era completamente sbiancata in volto.
Artemide salvò la piccola Atalanta dalla morte per assideramento, dopo che suo padre, Iasio, l’aveva abbandonata sul monte Pelio: mandò infatti da lei un’orsa che la allattò finché non venne raggiunta da alcuni cacciatori. Tra le sue avventure, Atalanta partecipò alla caccia al Cinghiale calidonio che Artemide aveva mandato per distruggere Calidone, dato che il re Eneo si era dimenticato di lei durante i sacrifici per celebrare il raccolto.
Artemide è famosa anche nella cultura di massa: il Tempio di Artemide a Efeso era considerato una delle Sette meraviglie del mondo. Nella Bibbia che è un’esclamazione a suo nome. Ad Artemide sono intitolati l’Artemis Chasma e l’Artemis Corona sul pianeta Venere. Le prossime missioni spaziali dirette verso la Luna prenderanno il nome di Artemis, poiché sorella gemella di Apollo, che ha dato il nome alle prime missioni lunari Apollo. Ancora più famosa è nei manga e anime.
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