di Antonio Zito
Nella notte e precisamente alle 2.17 ore italiane si è verificato nel sud-est della Turchia a circa 50 km dal nord-ovest della Siria un terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter. Il sisma è stato avvertito dalle maggiori stazioni di geofisica, perfino in Groenlandia. Attualmente il bilancio dei morti , purtroppo provvisorio , è di circa 2300 in Turchia e 800 in Siria. Era dal 1939 che non si verificava in Turchia un terremoto di queste proporzioni e parimente di tanti danni a cose e persone. Le maggiori potenze d’Europa e non si sono dichiarate pronte ad aiutare le nazioni colpite dal sisma. Le immagini dei mass-media ci ricordano quelle del terremoto in meridione o a quello più recente dell’Aquila con le stessi imperativi a fare presto nei soccorsi. In un’epoca di guerre e distruzioni la natura fa sentire la sua immensa forza. Non è difficile infatti non confrontare le immagini che arrivano dalle zone colpite con quelle che arrivano dall’Ucraina in questi mesi e a cui ci siamo tristemente abituati. Nell’esame dei dati che arrivano dalla Turchia si può anche verificare come importanti monumenti sono stati danneggiati talvolta anche in modo irrimediabile. C’è da aggiungere anche che dopo la scossa principale, si sono verificate numerose scosse di assestamento di notevole intensità.
Dalla Siria anch’essa duramente colpita da anni di guerra civile provengono gli stessi lamenti. Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha dichiarato che gli italiani , in numero di 21 persone, che si trovavano nel territorio colpito dal sisma stanno bene. Adesso mentre ancora si scava sotto le macerie è scattata la macchina dei soccorsi che speriamo saranno veloci.
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