di Carlo Noviello
L’accoglienza ha un nome, anzi ne ha due: Paolo e Donata. Questi due semplici nomi hanno scritto una Storia, quella con la “S”. Perché, nonostante non finisca sui libri, quelli con i paroloni e da poggiare sul banco della scuola o da esporre nell’aula universitaria, ha toccato la vita di tanti, bambini e ragazzi che sono diventati uomini e donne. E non lo hanno fatto con i proclami ma con la loro stessa vita, che è diventata esempio concreto di amore, condivisione e accoglienza dell’altro. Altro che siamo noi stessi, ma visti da un diverso punto di vista o semplicemente nati in un posto più o meno lontano nello spazio ma non nel tempo.
Donata… Parafrasando una biblica citazione si direbbe che sei divenuta “testata d’angolo”, a noi piace dire che sei uno dei due cateti sui quali si è costruita l’ipotenusa. Una metafora geometrica che racchiude un senso d’amore, semplice. Ma di quel semplice che non lascia spazio alla superficialità, anzi la riempie di significanti e di significati. Il triangolo che, con lati asimmetrici e spigoli accentuati, rappresenta l’interezza della vita, con le sue sfaccettature, le sue passioni, le sue crudeltà.
Quanta vita si è appoggiata su questa ipotenusa, ci si è legata, attorcigliata, avvinghiata, a volte fino a farla esplodere, per poi ricomporsi e ridonarsi ad altri, agli ultimi ma forse anche, se non soprattutto, ai primi. A quelli che pensavano di poterne fare a meno, rincorrendo figure più semplici, meno spigolose ma al contempo più effimere: splendenti nella loro forma sinuosa, così come vuote di contenuti.
Anche queste righe rappresentano un dipiù, ne siamo ben consapevoli, ma ci tenevamo a raccontare di te a quei pochi che non hanno avuto la fortuna di conoscerti, a quei distratti che non vogliono accettare la pienezza della tua figura e del tuo essere stata mamma nel senso più ampio.
La tua famiglia te ne sarà grata per sempre, così come coloro che, a vario titolo, ti hanno camminato affianco. A volte non condividendo tutti i passi, ma facendolo con la consapevolezza della visione d’insieme.
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