di Carlo Noviello
Negli anni in cui lo sport nazionale per eccellenza perde inesorabilmente colpi, volano i cosiddetti “sport minori”.
A parte la bella vittoria degli scorsi Europei, la nazionale di calcio non si è qualificata per la seconda volta di seguito alla massima manifestazione internazionale e cioè i campionati mondiali e le squadre di club non godono certo di buona salute: a parte l’exploit della Roma dello scorso anno, che ha vinto la prima edizione della Conference League, l’ultima nata nelle competizioni UEFA, le squadre italiane non stanno raccogliendo molti risultati in giro per il vecchio continente.
In più la Serie A non è più tra i campionati top d’Europa. Inghilterra, Francia, Germania e Spagna la stanno facendo da padroni, accaparrandosi tutto ciò che c’è sul mercato dei calciatori, i quali non vedono in quello italiano il campionato in cui avrebbero piacere giocare. Inoltre, anche i nostri giovani stanno emigrando, seguendo il percorso dei loro coetanei impegnati in altri campi professionali. Insomma, una vera rovina.
Di contro, stiamo raccogliendo incredibili successi in sport non solo ritenuti “minori”, ma nei quali non abbiamo mai brillato particolarmente, vedi in primis atletica e nuoto, ma non solo.
Basta dare uno sguardo veloce ai risultati degli ultimi European Championships. Tra tutte le gare svoltesi l’Italia ha vinto il medagliere con 38 ori, 42 argenti e 38 bronzi, staccando nazioni come Inghilterra e Germania che ci hanno sempre sopravanzato.
Anche negli sport di squadra abbiamo raccolto i nostri successi con la Nations League della pallavolo femminile e la World League della pallanuoto maschile.
E poi come dimenticare gli incredibili successi dello scorso anno di Marcell Jacobs e Gianmarco Timberi, rispettivamente nei 100 metri e nel salto in alto, oltre alla straordinaria performance della staffetta, tutte vittorie delle ultime Olimpiadi che ci hanno letteralmente portati sul tetto del mondo. Così come in questo giro di ruota così positivo il nostro tennis, che con Berrettini e Sinner è finalmente tra i top del ranking mondiale.
Insomma, il nostro sport vive sicuramente un momento positivo. Soprattutto dimostra che ci sono tantissimi giovani che fanno della pratica sportiva un elemento importante della loro vita, in un Paese che non dedica loro altrettanta attenzione a livello istituzionale. Basta vedere il livello dell’impiantistica, a parte qualche rara eccezione, la quale anche nel calcio lascia spesso molto a desiderare.
Ma quello che ci piace di più sottolineare è che il mondo azzurro sembra essere decisamente più avanti del resto del Paese in termini di integrazione e di riconoscimento dei diritti. Un bell’azzurro contornato da sfumature di ogni tipo ma che riconducono ad una sola cittadinanza.
Speriamo, quindi, che le istituzioni si sveglino e sappiano dare risposte concrete a chi, a pieno diritto, reclama di poter esercitarli davvero i propri diritti nella vita di tutti i giorni e non solo in un impianto sportivo e solo per alcuni minuti.
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