di Carlo Noviello
Nei giorni di vigilia di Ferragosto dello scorso anno venimmo a conoscenza della scomparsa di Gino Strada, medico e fondatore della ONG Emergency.
Nel frattempo per seguire il suo esempio non abbiamo perso tempo a far esplodere una guerra anche nella nostra cara Europa. Chissà che cosa se avrebbe pensato Gino…
Nel giorno in cui veniva a mancare, la figlia Cecilia, seguendo il suo esempio di vita, era sulla neonata nave di ResQ – People Saving People, l’associazione nata qualche anno fa per mettere in mare una nave per il salvataggio dei migranti, i quali affrontano la traversata del Mediterraneo per allontanarsi anche da quei territori di guerra che Gino ha toccato per tanti anni della propria vita, attraverso la ONG Emergency. Associazione che tanto ha fatto e fa per portare la medicina e la scienza a chi, abitando nel sud del mondo, viene colpevolmente tenuto lontano da tutti i mezzi che questa mette a disposizione del cosiddetto mondo occidentale, il quale ne fa merce rara per chi non ne fa parte.
Gino amava dire che i diritti sono di tutti, altrimenti diventano privilegi, peccato che tutti noi questo lo dimentichiamo troppo spesso. Facili all’accusa degli altri quando ci sentiamo defraudati dei nostri, ma così parchi ad ammettere le nostre colpe quando noi stessi ci rendiamo attori protagonisti dei nostri privilegi a discapito degli altri.
Qualcuno diceva, si è sempre meridionali di qualcuno. Quanta verità in una frase così ironica, quanto perspicace e altrettanto colpevolizzante nei confronti di chi, da “nordista”, si sente irrorato da flusso divino tanto da sentirsi superiore agli altri.
Gino ha cercato di combattere questa visione del mondo, ce lo ha insegnato con la pratica quotidiana che ha contraddistinto la sua intera esistenza. Ora tocca a noi, come in maniera così chiara citava un biglietto lasciato sul cancello della sua camera ardente.
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