di Alessia Trovato
Pantani, Coppi, Cipollini, alcuni nomi che hanno impreziosito la storia dello sport italiano su due ruote. Una lunga serie di sconfitte, allenamenti e trionfi. Ma, per raccontare la sua storia, dobbiamo partire da lontano, esattamente dal 1909, quando tre giornalisti con la loro idea, diedero vita al Giro d’Italia.
Anche se ci furono delle interruzioni, durante la prima e seconda guerra mondiale, durante la pandemia nel 2020, quando il giro fu posticipato ad ottobre dello stesso anno, normalmente il giro si corre nelle tre settimane nei mesi di maggio e giugno. Storicamente, le prime tappe furono tra la Lombardia e l’Emilia Romagna. Successivamente il percorso fu modificato abbracciando l’intero territorio italiano, la partenza generalmente è prevista da Milano così come l’arrivo in quanto nella capitale lombarda ha sede la Gazzetta dello Sport, il quotidiano che organizza da sempre questo importante evento sportivo.
La manifestazione è chiamata anche Corsa Rosa, in quanto l’organizzazione curata dal giornale stabilì che dal 1931, al vincitore del Giro d’Italia venisse consegnata la maglia del medesimo colore delle pagine del quotidiano. Molte i nomi illustri che resero celebre questa competizione. Il vincitore del primo giro d’Italia, fu Luigi Ganna, uomo molto schietto. Spiazzò il cronista chiamato a realizzare l’intervista con il trionfatore della prima edizione, rispondendo alla domanda su quale fosse stata la sua impressione dopo la vittoria:
«L’impressione più viva l’è che me brüsa tant ‘l cü!».
Dopo Luigi Ganna, moltissimi i campioni che si sono contraddistinti per aver indossato la maglia rosa, ne ricordiamo alcuni: Galetti, Oriani e molti altri, non dimenticando Binda, Girardengo e Belloni che parteciparono alle edizioni dopo la fine del primo conflitto mondiale. Tra questi risalta il nome dell’unica donna che gareggiò insieme agli uomini, Alfonsina Strada. Dichiarò di iscriversi alla gara per poter mantenere la famiglia, in quanto il marito, ricoverato in manicomio, non poteva sostenere adeguatamente il nucleo familiare. Riuscì, nonostante arrivasse ai vari traguardi con ore di ritardo, ad attirare l’attenzione del pubblico, in particolare quello femminile che ad ogni meta la accoglieva omaggiandola con fiori, denaro e doni per la famiglia. Su novanta concorrenti partiti da Milano nell’edizione del 1924, solo trenta completarono il percorso, tra cui la Strada.
Dal 1936 al 1955, il ciclismo mondiale vide la nascita di una delle coppie più celebri dello sport: Fausto Coppi e Gino Bartali, amici e rivali ma sempre corretti, esempio di correttezza e lealtà sportiva. Non desidero dimenticare un’altra coppia di storici rivali dello sport su due ruote: Merckx e Gimondi, aggiudicandosi il primo per cinque volte la maglia rosa ed il secondo salendo sul podio per tre volte. Dopo l’era di Merckx e Gimondi , arrivò l’infaticabile Moser ed il grande Saronni, seguita negli anni successiva da campioni del calibro di Bugno. Indurain, Gotti, Pantani, Simoni, Savoldelli, Basso, Contador, Nibali, sino agli anni 2020-2021 con Tao e Bernal.
Quest’anno ho avuto il piacere di seguire la tappa Catania-Messina, che passando dalla mia città, Barcellona Pozzo di Gotto, ha entusiasmato me e migliaia di miei concittadini. Ho visto sfilare dal balcone di casa mia, i campioni sulle loro biciclette, accompagnati dagli applausi del pubblico lungo il percorso. Già dalle prime ore del mattino di mercoledì 11 maggio, si respirava un aria di festa, l’organizzazione prevedeva la chiusura delle scuole, delle strade ed alla programmazione affinché tutto fosse pronto in vista del passaggio dei ciclisti. All’arrivo a Messina, sua città natale, Vincenzo Nibali, accolto trionfalmente dai suoi compaesani, ha annunciato la sua volontà di ritirarsi. A vincere la quinta tappa Catania Messina è stato il francese Arnaud Demare.
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