di FRANCESCA CITRO
Cari lettori ormai mi conoscete da tempo e forse avete imparato ad accettare la mia spontaneità e sincerità. Sono talmente spontanea e sincera da non sopportare le ingiustizie ma proprio due settimane fa nel mio paese ne è accaduta una. Sicuramente avrete sentito parlare del femminicidio di Anna Borsa quindi saprete che la vittima non ha mai denunciato e le denunce di chi le stava vicino non sono state mai ascoltate.
Quello che voglio fare oggi invece, è raccontarvi la storia di una giovane cuoca napoletana aggredita e molestata nel suo ristorante per aver chiesto ad un uomo di mettersi la mascherina e di calmarsi infatti l’uomo l’ha molestata fisicamente ma lei lo ha respinto e la sua reazione è stata un’improvvisa e violenta testata. Fortunatamente in quel momento è intervenuta la nipote che lavorava alla cassa del ristorante e l’uomo è stato fermato da un conoscente della ragazza e dai militari di Strade Sicure che proprio in quel momento passavano per il ristorante.
I militari hanno poi atteso l’arrivo della polizia che ha identificato l’uomo. La nipote della donna napoletana a differenza di Anna ha poi trovato il coraggio di denunciare ed è stata ascoltata. Stasera il mio intento con questo articolo da una parte è quello di denunciare e sperare così di fermare questa spirale di violenza che ancora esiste nei giorni nostri nonostante viviamo in una società molto avanzata a livello tecnologico, dall’altra è quello di far si che le donne vittime di violenza che non hanno ancora trovato il coraggio di denunciare lo trovino perché solo così facendo si può sperare di vivere in una società più giusta.
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