di Luca Boffa
Un amuleto ebraico risalente ad un epoca fra la tarda età del bronzo e la prima età del ferro è stato scoperto sul monte Ebal dagli archeologi tra cui spicca l’archeologo israeliano Gherson Galil; si tratta di un amuleto per maledizioni di matrice ebraica risalente quindi ad un epoca situata nel pieno dei tempi biblici.
La scoperta archeologica in questione è interessante perchè nell’amuleto si lancia una maledizione in cui si nomina Dio col suo nome in ebraico antico. Bisogna aspettare l’esame scientifico per sapere l’esatta datazione del reperto archeologico in questione, in ogni caso il reperto scoperto è straordinario perchè riscriverebbe la storia dei testi biblici e la loro antichità in quanto alla luce di questa scoperta sarebbero molto più antichi di quanto si pensi al livello accademico.
Il monte Ebal era già noto per un antico altare ebraico che è associato al biblico Giosuè, successore di Mosè, come capo del popolo ebraico antico ed insieme al Garizim sono montagne legate alla tradizione religiosa samaritana; i samaritani oggi sono un piccolo popolo di centinaia di persone a causa di secoli di conversioni ad islam e cristianesimo dovute ai domini musulmani e cristiani di matrice occidentale, i samaritani sono un popolo derivato secondo la tradizione biblica dalle tribù ebraiche settentrionali ed in contrasto da sempre con gli ebrei del sud di Israele. Un esempio è l’opposizione samaritana alla costruzione del secondo Tempio di Gerusalemme, narrate nella Bibbia in Esdra e Neemia, oppure nel capitolo 9 del Vangelo di Luca, ovvero l’avversione dei samaritani a Gesù, che proibiscono a quest’ultimo l’entrata nei loro villaggi. Per dovere di cronaca anche lo stregone Simon Mago avversario di San Pietro negli Atti degli Apostoli come libro biblico era un samaritano.
Per tornare in tema e per concludere questa scoperta è importante per la datazione dei testi biblici fondamentali per ebrei e cristiani.
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