di Alessia Trovato
Una gioia immensa, la notizia della gravidanza, il tuo bambino nascerà dopo nove mesi, i preparativi e l’attesa per un evento così tanto voluto, dai genitori, dai nonni. Due nuclei familiari felici di aspettare l’arrivo di Samuele.
Poi tutto viene spazzato via in un secondo , da un boato, provocato da un esplosione dovuta ad una fuga di gas, si presume.
Questa è una delle tante storie che ha scosso la mia sensibilità, emozionandomi e spingendomi a pormi una serie di interrogativi.
Erano le ore 20.00 di una serata normale, quando l’interruzione dell’energia elettrica associata ad un boato assordante, ha preceduto la terribile esplosione nel sottosuolo di Ravanusa.
Quattro gli stabili coinvolti, nove le vittime, la decima vittima non ha fatto in tempo a nascere: il piccolo Samuele. Due donne anziane ritrovate miracolosamente vive , e trasportate in ospedale, e più di cento persone sfollate.
Immediati i soccorsi, che hanno visto il personale dei vigili del fuoco, impegnarsi nelle operazioni di salvataggio e di ritrovamento dei corpi, scavando anche a mani nude, e con l’aiuto dei cani addestrati alla ricerca di persone ancora in vita sotto le macerie.
Importante il contributo dei cittadini e delle autorità civili, residenti nei paesi limitrofi, che mobilitandosi nell’immediato, hanno aiutato le persone rimaste sprovviste di tutto ad affrontare i primi momenti di sconforto, dopo il disastro.
Tante domande intorno a questa vicenda: come mai non sono state ascoltate e verificate le segnalazioni relative al cattivo odore che si avvertiva nella zona, già da alcuni giorni?
La ditta incaricata ad effettuare i controlli e la relativa manutenzione, asserisce di aver verificato e di non aver riscontrato alcuna anomalia.
A quel punto date le continue segnalazioni, sarebbe stato, forse, opportuno ricontrollare le condutture del gas?
Qual’era la procedura da seguire nel caso in cui si fosse riscontrata l’anomalia ?
Chi si deve assumere la responsabilità di quanto è successo?
Sono state aperte varie inchieste dalla Procura di Agrigento, per stabilire le cause e le responsabilità dei fatti.
Commozione ieri, 17 dicembre, nel corso della cerimonia funebre, officiata dal Vescovo dell’Arcidiocesi di Agrigento, Mons. Alessandro Damiano, il quale ha affermato, durante l’omelia :
“Si è fatto buio nella nostra terra che non si sente al sicuro”.
Esprimo le mie più sentite condoglianze all’intera comunità, profondamente colpita da un dolore immenso.
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