“E’ una giornata speciale”. Franck Ribery è un nuovo giocatore della Salernitana, ecco le sue prime dichiarazioni in conferenza dopo l’accoglienza da brividi allo stadio Arechi.
“Quando sono arrivato a Salerno ho sentito una passione incredibile, tifosi di cuore. C’è una passione incredibile, per questo sono venuto qui. Sono contento della giornata di oggi allo stadio con la squadra, quando ho visto i tifosi, si vede sono sempre dietro alla squadra a difendere i loro colori. Sono venuto per dare una mano alla squadra, per portare la mia esperienza. Per dare una mano alla squadra, puntiamo tutti alla salvezza, questo è l’obiettivo di tutti”.
Cosa chiede Ribery a sé stesso?
“Mi sento ancora molto bene, ho ancora tanto da dimostrare. C’è una passione dentro, e non solo per divertirmi, è importante pensare veloce, io penso già a vincere la prima partita perché è importante, sappiamo che la serie A è un campionato molto difficile. Devo trovare più veloce il mio ritmo, allenarsi da solo è diverso rispetto a farlo con la squadra. Spero che il mio esordio arrivi il prima possibile, oggi ho parlato con il preparatore fisico e con Castori, abbiamo già parlato dei prossimi allenamenti. E’ importante trovare subito il ritmo, dover giocare”.
Ribery a Salerno come Maradona a Napoli?
“Maradona è stato una carriera incredibile, non si può dimenticare ciò che ha fatto. Io non sono venuto per paragonarmi a Maradona, ma per fare il mio lavoro e per fare il massimo, fare di tutto per la squadra e per i tifosi. Prima gioco con la nuova mia squadra, meglio è per me”.
Sui che sfidano il tempo e la carta d’intensità…
Si vede Ibra al Milan, così come l’ho fatto alla Fiorentina per due anni, io voglio farlo anche qui. Se posso dare una mano, dentro lo spogliatoio, fuori, aiutare i giocatori se serve una mano, chi ha meno esperienza. E’ importante, ho parlato anche con il mister, la comunicazione fa la differenza. Ho sentito un affetto molto importante. Messaggi di Instagram, affetto. Non potevo rispondere a tutti ma li ho visti, è incredibile, anche allo stadio. Ho conosciuto tante cose nella mia carriera, ho vinto tanti trofei.
Cosa dovrà fare la squadra?
E’ ancora presto per capire cosa dovremo fare, voglio conoscere bene la squadra e poi capire come posso aiutare, adesso non posso dire come giochiamo, andiamo avanti così, piano piano capiremo. La comunicazione è importante, parlare con il mister, con i miei compagni di squadra, c’è stato un grande rispetto. E’ importante che ci sia un gruppo forte dentro lo spogliatoio, ci deve essere unità, anche nei momenti difficili la testa deve essere sempre alta. La squadra non è solo i giocatori, ci sono tante persone che vivono per la squadra. Per il gruppo.
Cosa ti ha spinto a venire qua?
Io vivo per il calcio, se vivevo per i soldi non ero qua. La mia famiglia è stata fondamentale, ho cinque bambini, c’era mia moglie. Io dovevo spiegare prima la situazione alla mia famiglia, è molto importante, non posso decidere da solo. E’ stato duro dire ai miei bambini, che il babbo va di nuovo via. La mia famiglia mi verrà a trovare a Salerno, ogni tanto andrò io a Monaco.
Sulla curva?
Quando entrato dentro al campo, non so quanti tifosi c’erano. Immaginare stadio pieno, ho capito che c’è un ambiente incredibile, che tutti cantano. Questo mi piace molto, mi aiuta. E quando sono al campo per giocare io non gioco per divertirmi, lo faccio per i tifosi. Per tornare a casa con una vittoria e sapere che son contenti.
Sui compagni d’attacco:
Io penso che Dusan è stato come un piccolo fratello. Bella persona con una bella mentalità, è un giovane che mi ha ascoltato, quando ho visto come ha giocato negli ultimi mesi sono sempre stato felice, mi chiedeva consigli, mi faceva sempre domande, spiegare un po’ i comportamenti, dive lavorare, com’è il calcio, e il giorno dopo lavorare tutti giorni in palestra, anche nei momenti difficili. Si è comportato in maniera forte, con voglia di lavorare. Per me è importante vedere gli attaccanti che fanno più gol possibili, e li voglio aiutare in questo. Molte volte dei attaccanti se non fanno gol per due partite perdono confidenza, invece io li voglio aiutare.
Tanti bambini all’Arechi:
Ho sentito che sono come a casa. Come se avessi giocato due tre anni qua, questo per me è importante. Dobbiamo crescere insieme, andare avanti insieme, io vivo per questo e per me è stato importante. Mi fa bene, mi fa sentire più leggero, mi aiuta anche in campo, sono il primo a fare del mio meglio per i tifosi.
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