di Antonio Raimondi
Oggi 22 giugno ricordiamo la nascita 216 anni fa di uno dei maggiori protagonisti della Storia d’Italia dell’800, durante il Risorgimento Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano.
Esponente di punta del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d’Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte.
Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l’affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
Il pensiero politico mazziniano è collocato nelle temperie di romanticismo politico-religioso che dominò in Europa dopo la rivoluzione del 1830. La sua è stata anche definita una religione civile dove la politica svolgeva il ruolo della fede e dove la divinità si incarna in modo panteista nell’Universo e nell’Umanità stessa, che attua la Legge che nel Progresso si rivela. Esaurito il compito del Cristianesimo, chiusasi l’era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero l’iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano». Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso due fasi: Patria e Umanità.
Senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il secondo obiettivo sarà l’Umanità che si realizzerà nell’associazione dei liberi popoli sulla base della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini chiama il banchetto delle Nazioni sorelle.
La futura unità europea non si realizzerà attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una nobile emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libertà. Il processo di costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di tutto attraverso l’affermazione delle nazionalità oppresse, e poi anche di quelle che non avevano ancora raggiunto la loro unità nazionale.
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