di ANTONIO RAIMONDI
Nato Ildebrando di Soana, (Soana, tra il 1010 e il 1015 circa – Salerno, 25 maggio 1085), Gregorio VII è stato il 157º papa della Chiesa cattolica dal 1073 alla morte. Durante il suo pontificato, Gregorio VII si spese energicamente per combattere la simonia (la volontà di comprare o vendere un bene di ordine spirituale), il nicolaismo (la presenza nel clero di preti sposati o concubinari, cioè con amanti extraconiugali) e, soprattutto, nell’affermare il primato papale sul potere laico, iniziative attribuitegli sotto la definizione di “riforma gregoriana”.
La sua ferma intenzione a sottrarre al potere laico il diritto di investitura lo condusse a uno scontro, passato alla storia come “lotta per le investiture”, che lo vide contrapposto al re (e futuro imperatore del Sacro Romano Impero germanico) Enrico IV di Franconia, quest’ultimo desideroso, invece, di ripristinare l’autorità imperiale. La lotta sfociò in eventi drammatici e inediti, con Enrico che arrivò a destituire Gregorio e quest’ultimo a rispondere scomunicandolo. Emblematica la cosiddetta “umiliazione di Canossa” con la quale il giovane imperatore intendeva chiedere il perdono del papa.
La lotta si concluse negativamente per Gregorio che fu costretto nel 1080 a fuggire da Roma e a mettersi in salvo a Salerno grazie alla protezione del principe normanno Roberto il Guiscardo. Gregorio sarebbe morto in esilio nel 1085, tuttavia la sua azione caparbia aveva oramai impattato profondamente sulla Chiesa e cambiato i rapporti di forza con il potere temporale. Considerato uno dei papi più importanti della storia, contribuì indiscutibilmente al formare l’assetto della Chiesa che, sostanzialmente, permane tutt’oggi, favorendo quel processo di trasformazione che la portò a configurarsi come una monarchia teocratica assoluta dal potere centralizzato.
Il culto tributatogli sin dalla morte venne ratificato nel 1606 da papa Paolo V, che ne proclamò la santità.
La sua memoria liturgica è il 25 maggio.
Comment here