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“L’Universo tra le dita”, un messaggio di inclusione contro i pregiudizi

di ALESSIA FUCCIA

Un libro nato per diffondere un messaggio di speranza. Un lavoro di ricerca per scardinare con il peso della scienza e della cultura i pregiudizi che pesano su chi è affetto da ipovisione o cecità. Questo l’intento di Michele Mele 29 anni, salernitano, ipovedente e ricercatore per l’Università del Sannio, esperto in matematica combinatoria.

Racconta il suo progetto. “E’ nato all’inizio dello scorso anno, entrato nel vivo proprio nel corso del primo lockdown. Il libro scritto con uno stile divulgativo, ma con un linguaggio facilmente accessibile a tutti, è scaturito da un meticoloso lavoro fatto di studio e di ricerca. Racconta le grandi scoperte o i grandi contributi offerti da dieci scienziati, solo in teoria, limitati dalla loro condizione di ipovisione o di cecità. Tante le curiosità, frutto di una sensibilità fuori dal comune come quella di uno dei primi ingegneri della storia, capace con il solo utilizzo di un bastone di individuare le falde acquifere presenti nel sottosuolo e capire dove fosse meglio costruire”.

Un lavoro di ricerca e di scoperta, non solo per il lettore, ma anche per lo stesso autore del libro che ha coniugato così due delle sue passioni per la storia e la matematica. Il suo intento principale è l’inclusione sociale, che migliora tutta la società, non solo chi ne usufruisce. Si chiama “L’Universo tra le dita”, edizioni Efesto, e racconta le scoperte e le storie di dieci grandi matematici o scienziati. Che ce l’hanno fatta nonostante tutto, affinché non venga mai negata a nessuno alcun tipo di possibilità…

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