di RICCARDO ANNUNZIATA
Francesco Guccini è nato a Modena il 14 giugno del 1940. È un cantautore, attore, scrittore e chitarrista italiano. Ha pubblicato oltre venti album di canzoni in una carriera ultraquarantennale ed è autore anche di canzoni per altri interpreti. È ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola dei cantautori italiani. Le sue canzoni hanno testi molto belli e significativi. Vengono considerate delle vere e proprie poesie e sono caratterizzate anche dall’impegno politico e sociale. Negli anni 60 collaborò con i Nomadi scrivendo per loro alcune canzoni. Ricordiamo in particolare “Ma noi non ci saremo” che parla della paura della guerra nucleare con grande speranza di cambiamento. Ancora per i Nomadi scrisse la celeberrima canzone “Dio è morto”. Inoltre tradusse per i Nomadi anche brani stranieri, come ad esempio “Death of a clown” dei Kinks che in italiano si chiamò “Un figlio dei fiori non pensa al domani”. Invece per l’Equipe 84 scrisse un’altra canzone di grande impegno che si chiama “Auschwitz” che parla dei campi di concentramento.
Tra gli album incisi da solista ricordiamo in particolare “Radici” del 1972 dove c’è la sua canzone più famosa “La locomotiva”. Un altro album importante è “Via Paolo Fabbri 43” del 1976 che contiene un’altra delle sue canzoni più famose che si intitola “L’avvelenata”. Ha continuato a fare dischi per tanti anni. L’ultimo album è del 2012. A me piace molto Francesco Guccini soprattutto nei primi tempi della sua carriera.
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