di FRANCESCA GIANNATTASIO
Questa 70^ edizione del Festival della canzone italiana si è fatta portatrice di tantissime novità. Tra tutte la presenza di un interprete LIS, Mauro Iandolo, che sul palco dell’Ariston, durante tutte le esibizioni de Le Vibrazioni, ha tradotto la canzone “Dov’è” nella lingua dei segni.
Figlio udente di genitori non udenti, Mauro Iandolo è interprete e performer di musica in lingua dei segni italiana (LIS). Questa vocazione nel “tradurre” la musica inizia già da molto piccolo, quando appunto cercava di tradurre la musica per i suoi genitori. Col tempo ha poi coltivato questa attitudine interpretando la musica in LIS anche sul suo canale YouTube, dove ha portato ai non udenti le parole dei testi di tanti artisti italiani, come Tiziano Ferro, Elisa, Vasco Rossi e tanti altri. Secondo Iandolo la difficoltà maggiore resta quella di «unire i segni al ritmo delle canzoni, perché il sordo deve percepire tutto, anche il suono della strumentazione e questo lo si dice con il movimento del corpo e, quando è possibile, con la danza», ma nonostante ciò la sua capacità di “cantare con i segni” conferma il fatto che la musica è davvero universale.
Grazie alla piattaforma Rai Play, il Festival di Sanremo 2020 è stato trasmesso in diretta, con una differita di pochi minuti, anche nella Lingua dei segni, per fare in modo che appunto anche i non udenti potessero conoscere e apprezzare i brani in gara, abbattendo finalmente la barriera alla comunicazione che ha, fino ad oggi, impedito ai sordi di seguire l’evento d’intrattenimento televisivo italiano dell’anno.
Nella versione LIS di Sanremo su Rai Play ogni conduttore, concorrente in gara e ospite delle varie serate era assegnato ad un interprete diverso, in modo da rendere il tutto più dinamico e comprensibile.
Questa edizione del Festival, quindi, rappresenta un bel passo in avanti, per rendere il Servizio pubblico radiotelevisivo realmente accessibile a tutti, far rispettare così i diritti di cittadinanza di tutte le persone non udenti e un’importante occasione per dare visibilità e sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla Lingua dei Segni Italiana, di cui viene chiesto da troppo tempo il riconoscimento. Anche l’Ente Nazionale Sordi, dopo aver seguito “con attenzione” la prima serata, conferma la “buona riuscita dell’esperimento“, augurandosi che non resti un unicum e che la Rai replichi un investimento di tal genere andando ad aumentare il numero di programmi – di attualità, informazione e cultura in primis – tradotti in Lingua dei Segni Italiana a partire dalle edizioni ordinarie dei telegiornali.
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