Mi chiamo Carmela.
La mia storia inizia in una famiglia tormentata. Nel 2001, in seguito alla separazione dei miei genitori, venivo sballottata da una casa ad un’altra, senza nessuna considerazione dei miei bisogni e dei miei sentimenti. Mi sentivo senza punti di riferimento, senza radici, sentivo di non appartenere a nessuno e di non avere niente. Ho vissuto per anni in una prigione fatta soltanto di doveri e nessun diritto, non potevo andare a scuola, né avere degli amici; anche una febbre diventava per me motivo di rimprovero, fatto di violenze ed insulti. A quel punto ho capito di non avere più nessuna via di fuga e mi sono defenestrata, avevo solo 17 anni…
Dopo l’incidente nessuno mi voleva più con sé, per loro ero solo una vergogna perché ero una matta. In quel momento sono stata presa in carico dai servizi sociali che mi hanno affidata ad una comunità per minori fino ai ventuno anni. Sentivo ancora di non avere regole. Quando ho terminato questa esperienza sono ritornata a casa, ma ci è voluto poco tempo per farmi rendere conto che nulla era cambiato tra quelle mura e che la storia stava ricominciando. Così mi sono decisa a chiedere aiuto ai servizi sociali, che mi hanno accompagnata nel percorso di ingresso nella comunità alloggio “Si può fare” de Il Villaggio di Esteban. In questa nuova casa ho capito cosa significa avere regole, relazioni e l’importanza di riconoscere i miei bisogni reali, così come ho compreso l’importanza di pensare al presente e della speranza in un futuro migliore.
Durante questo periodo ho ottenuto il diploma frequentando la scuola serale. All’inizio non credevo di poter realizzare questo sogno, i miei familiari erano sicuri che avrei mollato. Per la prima volta mi sono sentita realmente viva, una persona che finalmente aveva il diritto di esistere.
Ho scoperto cosa significa amare ed essere amata quando, nel 2015, ho incontrato Alessandro, che da allora è rimasto sempre al mio fianco. Questa per me è un’emozione che non riesco a tradurre in parole, e mi fa riflettere, perché del male oggi riesco a parlarne, ma le cose belle per me è difficile ancora esprimerle.
Oggi io sono il motore che spinge la mia rinascita. Il mio percorso di crescita oggi procede non senza fatica, da due anni vivo nel gruppo appartamento “La Tana di Dimitri”, sempre de Il Villaggio di Esteban, nel quale ho maggiore libertà ma anche maggiori responsabilità. Anche la mia terapia oggi è ridotta al minimo e presto potrebbe essere del tutto sospesa.
Mi sento adulta per la prima volta, capace di badare a me stessa. Giorno dopo giorno sono uscita dalla tana, acquistando fiducia in me, e consapevole che se ne avessi avuto il bisogno sarei potuta tornare nella tana per trovare un riparo. Una base sicura che mi ha permesso di esplorare il mondo con serenità. Ho iniziato un percorso di servizio civile in cui aiuto persone con disabilità, come in passato feci con mia nonna Carmela, unico vero punto di riferimento affettivo della mia infanzia: lei mi ha amato come una mamma. Questa esperienza mi ha fatto comprendere la bellezza di aiutare gli altri, così come io sono stata aiutata nel mio percorso e per questo ho deciso di iscrivermi, alla fine del percorso di servizio civile, ad un corso per ottenere la qualifica O.S.S. ed iniziare un percorso professionale basato sull’aiuto. Oggi sono riuscita anche a mettere da parte una piccola somma che mi consente di pensare a breve scadenza al mio futuro con Alessandro e conquistare finalmente la mia autonomia.
Carmela Carrano
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