di Antonio Zito
Per Trump l’attacco russo alla città ucraina di Sumy, in cui sono morte almeno 34 persone nel giorno in cui si festeggia tra i cristiani di varie fedi la domenica delle Palme, è stato “una cosa orribile”. E probabilmente per gli americani c’è stato un errore, ma è comunque un atto che date le trattative in corso per la pace iniziate da qualche tempo nell’Arabia saudita viene giudicato con le testuali parole da Trump come “prive di decenza”. Per il Presidente USA la guerra in Ucraina è responsabilità di Zelensky e dell’ex Presidente Biden perché come spesso ama ripetere questa guerra non è quella dell’America. Di diverso tenore è la dirigenza dell’EU che senza troppe eccezioni se non quella dell’Ungheria si è schierata a favore di Kiev.
Per il Presidente Zelensky non si deve dar tregua alla Russia perché chi la dirige e cioè Putin vuole far rivivere e ricreare l’Impero russo e dominare su i suoi ex possedimenti. Quindi sembra evidente anche ora che lo sdegno per il massacro di civili a Sumy è più forte che l’occidente non è unito contro la Federazione russa con gli attuali dirigenti degli Stati Uniti più disposti alla trattativa e un’Europa politica che almeno con le nazioni francese e britannica spinge verso l’appoggio a Kiev incondizionato. I problemi economici mondiali degli USA sono però prevalenti nelle scelte di Trump e questo a quanto pare a qualsiasi costo.
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