di Sara Lepore
La casa degli sguardi, pellicola tratta da un romanzo di Daniele Mencarelli, è il film d’esordio per Luca Zingaretti nell’inedita veste di regista.
Il film parla di dolore, di lutto, ma anche della capacità omeopatica di superare la sofferenza, essendo consapevoli che alla fine ci riguarda tutti: è una condizione umana possibile da vivere e da sopportare insieme agli altri. La trama del film vede come protagonista principale Marco, giovane poeta alcolizzato, che ha abbandonato la scuola, ha perso tutti i suoi amici ed è stato lasciato dalla sua ragazza. L’unico a rimanergli ostinatamente accanto è il padre, un tranviere che lo sorveglia come un cane da guardia. Farà l’addetto alle pulizie all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, e si unirà ad una squadra che a poco a poco diventerà per lui come una seconda famiglia.
“È un film che parla del dolore, non in termini negativi, ma come ingrediente necessario per la felicità, perché dolore e gioia sono fatti della stessa materia – dice Zingaretti -, ma è anche un film sulla poesia, sulla bellezza e sulla loro capacità salvifica, che parla di genitori e figli e della capacità di essere presenti, come atto di amore più puro”.
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