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Opera, l’arte irrompe in carcere

di Roberta Varsavia

Al carcere di Opera, i detenuti prossimi alla fine della loro pena realizzeranno un murale lungo 60 metri sotto la guida dell’artista Carlo Galli, che sarà inaugurato il 20 maggio. Il progetto è stato voluto da Alessandro Pellarin, fondatore e presidente dell’ente no profit Artamica APS.

Oltre ad essere coinvolti nella realizzazione del murale, i detenuti hanno avuto il permesso di visitare, insieme al direttore generale Angelo Crespi, la pinacoteca di Brera. I detenuti tutti in art.21, grazie al permesso dal magistrato di sorveglianza di uscire dall’istituto per motivi di lavoro, con obbligo di rientro per la notte, hanno così potuto lavorare insieme.

L’opera sarà un esempio di aggregazione e resistenza per i detenuti.

Il murale si ispira all’ arte optical degli anni ’60, strisce bianche e nere che si fondono insieme, creando nuove forme in continuo movimento, la percezione di un tempo all’interno del carcere dove le ore si dilatano e si contraggono in modo alternato.

L’opera mostra un linguaggio visivo: la trama di linee che si stringono, si allungano e si intrecciano, come le vite di chi è ristretto e che non è ancora riuscito ad aprirsi.

 

Nella foto: La pinacoteca di Brera

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