di Antonio Zito
Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato di aver emesso sanzioni economiche contro i membri della CPI e molte nazioni hanno firmato oggi una dichiarazione di condanna di questo provvedimento tra cui molte nazioni europee tranne l’Italia.
Questa scelta da parte del Governo si può probabilmente spiegare per l’ancora recente caso Almasri di cui tanto si è dibattuto nel nostro Paese. Questa organizzazione giudiziaria come sappiamo ha sede all’Aja in Olanda ma è un’emanazione delle Nazioni Unite che sono solo ospitate dagli Stati Uniti a New York nel palazzo di vetro anche se gli USA sono spesso stati sul punto di proporre un cambiamento di sede data la poca affidabilità politica delle sue scelte spesso non in linea con le direttive della grande potenza ospitante.
In questo panorama è da iscriversi la scelta dell’Italia che pure con il caso Almasri si è trovata nelle stesse condizioni sia pure in uno scenario molto più piccolo ma idealmente simile. Pare evidente che lo scenario politico dimostra l’esistenza di uno schieramento di nazioni che si sono schierate intorno agli USA e che vede l’Italia in prima linea in difesa di un probabile interesse occidentale e che però vede il resto dell’Europa per gran parte ancora autonomo ma diviso. L’ONU chiede agli USA di revocare le sanzioni al personale della CPI per mantenere la credibilità di un’organizzazione che rappresenta molte nazioni ma ormai non più la grande potenza egemonica che tra l’altro è il suo principale finaziatore. L’Italia non avendo commonwealth o altri ex possedimenti coloniali è più forse in grado di fare scelte in politica estera più in linea con gli Stati Uniti.
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