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RITRATTI: Roberto Vecchioni, omaggio ad un maestro di vita

di ALESSIA TROVATO

“Sogna ragazzo sogna”, indimenticabile struggente brano di Roberto Vecchioni ed anche il titolo dell’omonimo album pubblicato nel 1999. Il brano, in una versione completamente rinnovata, riproposta insieme al cantante Alfa, alla sua prima partecipazione in un duetto in coppia con il cantautore lombardo, all’ultima edizione del Festival di Sanremo durante la serata delle cover. Energia, entusiasmo e commozione al contempo. Desidero iniziare il mio ritratto con questa immagine per narrarvi l’entusiasmante percorso formativo e non solo di un esponente simbolo del cantautorato: Roberto Vecchioni.

Classe 1943 ,nasce a Carate Brianza, entrambi i genitori di origine napoletana e più precisamente il padre di San Giorgio a Cremano, mentre la madre di un quartiere popolare tra i più conosciuti al mondo il Vomero. Dopo aver frequentato le scuole cristiane, consegui la laurea nel 1968 presso l’Università Cattolica Sacro Cuore Milano dove rimase come assistente di storia delle religioni. Continuerà la sua attività come professore in alcuni licei prima della Lombardia e poi nella provincia di Bergamo. Contemporaneamente, abbraccerà, divenendone una figura di spicco le teorie del movimento del ’68 che propugnava finalità non violente.

Precedentemente nel ’66, intraprende anche il suo excursus artistico, fondando insieme all’amico Andrea Lo Vecchio e ad altri sei componenti, lo storico gruppo i Pop Seven. Il primo brano presentato dalla band è una versione in italiano di una celebre it di uno dei gruppi più influenti del panorama internazionale dell’epoca i Beach Boys, eseguendo una versione in italiano del brano Barbara Ann. Sempre nel ’68 esordisce anche come autore presentandosi ad una delle più celebri manifestazioni rinomate anche a livello internazionale, il Festival di Sanremo, con il brano, “Sera”, cantato da un duo di voci soavi Gigliola Cinquetti e Giuliana Valci, questo gli permetterà di ricevere i primi attestati di stima dagli addetti ai lavori e non solo.

Gli anni 70 saranno decisivi per Vecchioni in quanto scriverà capolavori per artisti e complessi musicali che segneranno definitivamente la nostra storia musicale, ricordiamone alcuni : “Ornella Vanoni, Iva Zanicchi e gli Homo sapiens “, nei medesimi anni inciderà anche due album molto significativi per il cantautore “Parabola e Saldi di fine stagione”.
Poliedrico e pieno di inventiva adotta una particolarità, i personaggi più emblematici che hanno vissuto i differenti periodi storici vengono utilizzati come mezzi per raccontare piccoli stralci della realtà in maniera ironica. Ritmi country per un brano portato al successo nel 1977, il suddetto brano consacrerà Vecchioni al grande pubblico, “Samarcanda”, che lo stesso Vecchioni compose per raccontare il decesso del padre che come citato nel testo lo paragona ad un soldato il quale una volta rientrato nella ridente cittadina raggiunge il paradiso. Emozionante la versione proposta da Vecchioni in coppia con un altro cantautore che incanta tutte le generazioni con le sue melodie, Angelo Branduardi.

Il cantautore di origine meneghina sperimenta anche negli anni ’80 nuovi stili fondendo nuove contaminazioni ed offrendo profondità e curiosità. Al contempo, nel 1985 redige “La ragazza col filo d’argento”, contenuta all’interno dell’album “ Di rabbia e di stelle”, in cui il cantautore descrive una relazione fugace e tormentata che due giovani intrattengono. Le sonorità leggiadre e pure conferiscono alla canzone innovazione, possiamo considerarla una ” ballata moderna”. Eclettico, nel 1997 Vecchioni dona a tutti i suoi fan ed estimatori un album destinato a diventare il disco simbolo di questo periodo “El bandolero stanco” dal quale verrà estrapolato anche il singolo. L’anno fortunato, il 2011, per Roberto Vecchioni che giungerà per la terza volta sul palco dell’Ariston con un brano che possiamo definire una vera e propria serenata d’amore “Chiamami ancora amore”, che lo vedrà protagonista e trionfatore indiscusso di quell’edizione, una stupenda poesia dedicata al sentimento profondo che tocca le corde dell’anima. Il brano venne considerato dai professionisti in questo campo un brano sofisticato e ricercato che con semplicità racconta le mille sfaccettature di un sentimento che da secoli muove il mondo.

Apprezzato autore di romanzi, Roberto Vecchioni vanta una modesta produzione letteraria, 15 pubblicazioni al suo attivo, un’attenta analisi sulla vita e sul genere umano con le difficoltà affrontate durante tutto il suo percorso vitale. Nel corso di un’intervista molto intima rilasciata pochi mesi fa alla trasmissione -Domenica In-, Roberto Vecchioni, non solo ha confessato le sue gioie ma anche il suo dolore profondo per la scomparsa improvvisa del terzogenito di casa Vecchioni l’ adorato figlio Arrigo affetto dalla sclerosi multipla, proprio riferendosi a questa tragedia il cantante ha affermato :” è un dolore che non passa mai desidererei solo che mia moglie Daria tornasse a sorridere”.

L’autore ha anche approfittato di questa prestigiosa vetrina per presentare il suo ultimo libro intitolato “ Tra il silenzio e il tuono”, un intenso romanzo epistolare in cui Roberto Vecchioni si sdoppia ponendo tutti gli interrogativi sulla nostra esistenza nel suo lato infantile, cercando le risposte razionali chiedendo alla sua parte adulta ed analizzando la nostra interiorità.

Ridere, ridere, ridere ancora,
Ora la guerra paura non fa,
Brucian nel fuoco le divise la sera,
Brucia nella gola vino a sazietà,
Musica di tamburelli fino all’aurora
Il soldato che tutta la notte ballò.
(da Samarcanda)

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