di Antonio Zito
Ormai la vittoria dei laburisti in Gran Bretagna è sicura e corrisponde alla maggioranza assoluta dei seggi nella camera bassa, il parlamento degli anglosassoni, risultato favorito dal sistema elettorale rigidamente uninominale e maggioritario senza ballottaggio che vige in quella nazione.
Il capo attuale del partito laburista Keir Starmer, approdato alla politica attiva tardi dopo i 50 anni, è stato avvocato e magistrato nella vita civile, ed è conosciuto per essere un laburista moderato a differenza del predecessore Jeremy Corbin che pur essendo un socialista più massimalista aveva però minore abilità politica a differenza di Toni Blair, che a soli 43 anni divenne primo ministro , superato solo dal conservatore Sunak che ne aveva solo 42. Ma è la sua politica sia interna che estera che è importante essendo la GB una vicitrice del secondo conflitto mondiale e un’ex impero con un commonwelt che ancora oggi riconosce in Re Carlo il suo capo. Ed è proprio il Re che oggi alle 13.28 gli ha conferito il mandato di Primo Ministro . Nonstante e forse proprio per la sua politica estera di continuità con i governi precedenti Starmer è piaciuto agli elettori moderati che lo hanno votato senza preoccuparsi degli schieramenti precedenti dei Labour nei periodi massimalisti. Una vittoria che nonostante
L’ondata di destra che si manifesta in europa continentale e che abbiamo visto la settimana scorsa in Francia dimostra che anche politicamente la GB è un’isola con tradizioni e costumi sociali particolari. A differenza della Francia però con queste elezioni gli inglesi non anno però rischiato molto essndo una nazione dalle salde tradizioni democratiche.
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