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Strage di Ustica, 44 anni dopo è ancora caccia disperata alla verità: la pista francese e i tanti depistaggi…

di LUCA BOFFA

Il 27 giugno del 1980 avvenne la strage di Ustica, ovvero il tristemente famoso incidente a un DC 9 in volo, causato probabilmente da un missile, che ha provocato la morte di tutti passeggeri compresi ovviamente i piloti, 81 vittime, tra le quali diversi bambini. È una tragedia talmente misteriosa che è stata al centro di intrighi politici internazionali e speculazioni di vario genere.

Tante le piste più o meno credibili che si sono ripetute in questi lunghi anni, nell’ultimo periodo ha preso sempre più piede la teoria che vedrebbe colpevole l’areonautica francese, ma da Parigi, ormai da tempo, continuano negare tutto, rispondendo in maniera negativa a ogni richiesta di accesso ad atti segreti o chiarimenti di ogni tipo. Si pensa ai francesi perché si tratta forse di un tragico errore nel contesto di un tentativo di uccidere Muhammar Gheddafi, ovvero il famigerato dittatore libico che in quel momento era nella zona a bordo di un aereo militare modello Mig 23 di fabbricazione sovietica, l’aereo con sopra il leader libico era nascosto probabilmente sotto il DC9 a radar spento e quindi reso invisibile ai radar militari francesi. Proprio a favore di questa teoria, il ritrovamento, pure segnato da depistaggi di ogni genere, del Mig Libico sui monti della Sila.

La pista francese e quindi la colpa dell’aeronautica militare francese è forse la via più probabile secondo molti esponenti militari e politici, da notare che il governo francese nega ancora stranamente che sia stata la propria aeronautica a fare tutto ciò, l’Eliseo nega ancora le colpe ai giorni nostri. Da notare che la Francia ha una politica semi indipendente dalla NATO sia durante la Guerra Fredda che nel post Guerra Fredda in cui viviamo facendo di fatto di testa sua in ambito militare. Sempre sullo sfondo, vive le suggestioni che riguardano gli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda la presenza della portaerei Saratoga nel Golfo di Napoli, sempre più ritenuta una manovra di distrazione l’ipotesi della bomba a bordo del velivolo, che pure viene ripetuta con insistenza da membri dell’ambiente militare italiano. Basti pensare al ritardo di circa due ore della partenza del volo, la bomba sarebbe dovuta esplodere a bordo.

Correlato a questo ci sono suicidi e misteriosi omicidi specie di gente dell’ambito militare nostrano collegata alla tragedia in questione, morti spesso suicidi perché presi da ancora misteriosi sensi di colpa su questa tragedia, o morti in maniera quantomeno sospetta, e messi a tacere per sempre. Le cosiddette morti collaterali, senza dimenticare la tragedia di Ramstein, quando le Frecce Tricolore si scontrarono in volo causando 67 vittime, tra i quali molti piloti ed ufficiali militari che avrebbero potuto raccontare verità molto scomode.

Per concludere una tragedia da chiarire e da non dimenticare che è purtroppo parte della nostra storia italiana di quel periodo come ad esempio l’attentato alla stazione di Bologna di quello stesso anno. Tra radar misteriosamente spenti, basi militari distratte, e tante altre coperture tentate, a 44 anni di distanza i parenti delle vittime attendono ancora verità e giustizia.

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