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Berlinguer, a 40 anni dalla sua scomparsa profanata la tomba del presidente del Partito Comunista

di LUCA BOFFA

A sei giorni dal quarantesimo anniversario della sua scomparsa è stata profanata per la terza volta la tomba del noto politico e presidente del Partito Comunista Enrico Berlinguer al Cimitero di Prima Porta di Roma. Il fatto è stato segnalato dalla famiglia Berlinguer in particolare dalla figlia Bianca, nota giornalista televisiva che non ha esitato a definire questa profanazione come un atto da mascalzoni.

Tale profanazione è da considerare ovviamente come un atto politico ad opera di ignoti contro una delle più importanti figure del Partito Comunista e della politica italiana in generale, morto l’11 Giugno del 1984 dopo un malore durante un comizio. Da notare che la condanna della profanazione della sua tomba proviene anche da destra, più precisamente da Federico Mollicone di Fratelli d’Italia e dal partito Rifondazione Comunista, erede del vecchio partito politico di Berlinguer.

È stata insomma profanata la tomba di uno dei più importanti politici della storia italiana, dirigente numero uno del partito comunista italiano dal 1972 all’anno della sua ovvero il 1984, è stato nella sua giovinezza un convinto anti fascista nella sua terra di origine ovvero la Sardegna, da notare che lui prese le distanze al livello di politica internazionale anche dai regimi comunisti dittatoriali, in particolar modo il governo sovietico durante la sanguinaria repressione di Praga che causò molti morti esibendo in questo un onestà intellettuale.

Per tornare in tema questa profanazione è stato un atto vile e disgustoso ai danni di una povera tomba al di là del personaggio politico là sepolto e delle proprie idee politiche personali e di un atto ai danni del lato di Berlinguer come uomo non solo come politico che ha fatto la storia d’Italia. Per finire è un atto da condannare al di là della politica e quindi delle proprie idee politiche personali in quanto atto vile e dissacratorio.

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