di FRANCESCA CITRO
Il modello DADA non è una novità anzi se ne sente parlare da tempo. L’acronimo che sta per didattiche per ambienti di apprendimento è un modello innovativo di didattica che ha già trovato applicazione un paio di anni fa in alcune scuole italiane.Il DADA prevede una trasformazione dal punto di vista didattico e logistico del modo in cui si fa lezione a scuola, ispirandosi al modello statunitense e dei campus anglosassoni.
Ogni disciplina si fa in una classe diversa non sono più così i docenti a dover passare da un’aula all’altra al cambio dell’ora ma gli studenti che non sono costretti a stare seduti nella stessa aula per tutta la durata della giornata scolastica. Le aule possono così essere personalizzate in quanto assegnate ad una precisa materia, per raggiungerla nella scuola sono stati costruiti dei percorsi colorati.
Una mattinata è composta da sei ore suddivise in blocchi da due ore ciascuno per un totale di tre materie al giorno. Ogni due ore, dunque, c’è un intervallo che consente alle classi di raggiungere l’aula successiva. L’attuazione del modello fa diventare sempre di più gli studenti soggetti positivi della propria formazione in cui il fare garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di abilità e competenze. Tutto ciò però è inteso nell’ottica dell’interazione, della collaborazione e della condivisione di idee per la didattica al fine di valorizzare le singole competenze.
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