di LUCA BOFFA
A Salerno dal 14 al 20 marzo si terrà la mostra itinerante “Sub Tutela Dei”, ovvero la mostra su Rosario Livatino, magistrato agrigentino ucciso dalla Mafia il 21 settembre del 1990 e fatto beato da Papa Francesco nel 2021. L’evento di apertura della mostra sarà il 14 marzo e parteciperanno il nostro arcivescovo Andrea Bellandi, la dottoressa Maria Zambrano dell’associazione nazionale magistrati e Gaetano Paolillo dell’ordine degli avvocati di Salerno. Il 19 marzo si terrà una messa in suo onore alle ore 19.
La mostra si terrà al tempio di Pomona che si presta molto bene a questo genere di eventi come mostre ed esposizioni, sarà una mostra adatta anche ai ragazzi delle scuole e si comporrà di 35 pannelli tematici dedicati a questo beato che è anche un martire dal valore laico in quanto persona uccisa da mafiosi per la sua battaglia in favore della legalità. La mostra è approdata grazie alla Libera Associazione Forense e racconterà anche il lato umano di Livatino. Nella mostra in questione ci saranno i membri delle associazioni coinvolte nell’organizzazione dell’evento che si focalizza anche sul lascito del “Giudice Ragazzino“, come era soprannominato Livatino per la sua giovanissima età di inizio della carriera magistrato.
Rosario Livatino è stato un giovane magistrato anti mafia dell’agrigentino soprannominato per la sua giovane età il Giudice Ragazzino, fu ucciso in un vile agguato mafioso in quanto stava con le sue inchieste ostacolando gli interessi economici della mafia. Era un cattolico praticante e quindi fortemente credente ed era, per fare un paragone, un Pino Puglisi senza tonaca per il suo impegno contro la criminalità organizzate e contro il suo dominio sulla regione Sicilia. È un beato che quindi non è prete o figura religiosa ma un magistrato dalla grande fede cattolica che avuto il coraggio di opporsi al mondo mafioso della regione italiana dove viveva. La messa per la sua beatificazione si è tenuta il 9 maggio del 2021. Quella di Livatino è stata una vicenda umana religiosa e laica al tempo stesso, è una vicenda di un uomo che aveva sete di giustizia contro i prepotenti di turno, in questo caso i mafiosi.
Ritengo questa mostra interessante per la doppia natura ovvero quella laica e religiosa di quello che può essere definito un santo martire della porta accanto in quanto magistrato che viveva la sua normalità nella sua Sicilia. Da una prospettiva religiosa la lotta alla mafia in genere è paragonabile alla biblica lotta di Mosè contro il prepotente faraone dei tempi dell’Esodo oppure un Davide contro Golia.
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