di Lorenzo Sergio
La città di Rovigo, questa settimana, apre le porte ad una splendida mostra ospitata fino al 30 giugno 2024 presso il palazzo Roverella dedicata a Toulose-Lautrec, noto pittore francese della Parigi, del primo dopoguerra. Siamo nel periodo storico della Belle Epoque, in cui le realtà sociali viveono stravolgimenti notevoli che avevano modificato lo status delle classi borghesi.
Nelle intricate viuzze della famosa Montmartre, sobborgo vivace, colorito da cafè di dubbia fama, e case di tolleranza, l’aristocratico Henri de Toulouse-Lautrec passò gli anni più intensi e distruttivi della sua breve vita. Scompare infatti, ad appena 37 anni, segnato da una grave malattia genetica, travolto dall’alcolismo e dalle passioni.
La mostra, oggi, racconta i vari aspetti della sua turbolenta vita, e ci immerge nella realtà a cui si ispiravano, indicandolo come geniale e assolutamente mitizzato, creatore di affissioni. I suoi schizzi, disegni, manifesti e dipinti dimostrano che l’aristocratico artista, aveva scelto il mondo bohemienne, ma non apparteneva a nessuna corrente, seguiva solo un filo innovativo, che anticipava temi del mondo, che sarebbero accaduti.
L’altalenanza dei suoi stati umorali creativi, sono evidenti e mirabilmente espressi dall’allegria colorata degli ambienti delle ballerine del Moulin Rouge per poi contrapporsi alla disperazione delle periferie del mondo industriale.
Nelle 200 opere raccolte a palazzo Roverella non c’è solo lui, sono presenti infatti, anche opere dei suoi maestri come Corman, pittori come Degas, suoi compagni di studi come van Gogh etc.
La mostra propone svariati approfondimenti tematici che come spiega il pronipote Bernard du Vignaud aprono idee nuove e del tutto originali sul suo prozio e lo rimettono al centro della sua epoca, la “Parigi 1885-1900”, “Le Chat Noir” ovvero il caffè in cui si trovavano, “Toulouse-Lautrec e gli amici artisti” come van Gogh e “Il rinnovamento della grafica”.
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