di Antonio Zito
Il 7 gennaio 1978 negli anni di piombo si verificò a Roma una strage in cui furono uccisi tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del MSI, per la precisione tale strage avvenne in via Acca Larenzia nel quartiere Tuscolano di Roma. Da allora come in ogni anniversario avvengono due distinte commemorazioni , una istituzionale con la partecipazione delle autorità e l’altra distinta dei nostalgici ex amici e compagni di fede politica che in luoghi separati commemorano con il “presente” e il saluto romano in sede diversa dall’altra , spesso vicino alla ex sede del MSI, la morte dei tre giovani. Anche quest’anno si è verificato questo ma adesso gli eredi del MSI e cioè Fratelli d’Italia sono al Governo della Nazione e quindi bersaglio di attacchi politici da parte delle opposizioni. Le polemiche innescate dalle braccia alzate nel saluto romano da parte dei neo fascisti sono venute da parte di tutte le direzioni degli altri partiti che hanno tutte ricordato il divieto di ricostituzione del Partito Fascista e di Apologia di quella fede. Il Governo ignora di essere chiamato in causa perchè non raccoglie la provocazione implicita dovuta alla sua origine politica storica, la Premier Meloni ha cominciato la sua esperienza poitica proprio nel MSI, ma ha seguito l’evoluzione di quel movimento che appunto si sottolinea non era proprio un partito ma un movimento che in mutate condizioni storiche ci può rappresentare degnamente senza il rischio di rigurgiti neo fascisti, come già avvenuto per la parte politica che si ricollegava al PCI dopo la fine del comunismo in Russia. Perchè queste polemiche allora si potrebbe dire, perchè siamo vicini a riforme che il Governo , e in particolare il partito della Meloni, vuole costituzionali e cioè di grande portata. Tutte queste riforme portano a un Governo della Nazione più dirigista e autoritario se pure però ancora democratico. Perciò viene chiamato in causa da tante parti.
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