di Alessia Trovato
È una delle artiste più apprezzate del panorama musicale italiano, anche se, in realtà, Fiorella Mannoia esordisce nel mondo dello spettacolo intraprendendo il medesimo percorso del padre, lavorando come controfigura di attrici, tra cui anche Monica Vitti nel celebre film, del 1969 “Amore mio Aiutami” diretto dal pilastro del cinema italiano Alberto Sordi. In questo film, in cui Sordi riveste un duplice ruolo sia di regista che di interprete, la ritroviamo in una delle scene più emblematiche della pellicola, quando l’attore scopre di essere tradito dalla moglie.
La Mannoia proseguirà questa attività per un breve periodo. In seguito fu fondamentale il suo amore per la musica che la conduce a partecipare ad una delle manifestazioni più rinomate dell’ epoca: “il Festival di Castrocaro”, eseguendo il brano intitolato “il bimbo sul Leone” del cantautore di origine Pugliese Gino Sant’ Ercole e, successivamente, interpretato anche dal molleggiato Adriano Celentano. Proprio in quell’ occasione il suddetto brano non riceverà né il consenso del pubblico e neanche quello della critica e né, tantomeno, si aggiudicherà la finale. Ma, la giovanissima cantante ,grazie a quell’ opportunità firmerà il suo primo contratto discografico e inciderà e pubblicherà i suoi primi 45 giri intitolati: “Ho saputo che partivi” e “Le ciliegie”.
Tra il 1960 e il 1970 ne verranno pubblicati molti altri che raggiungeranno un discreto risultato. Negli anni ’80 la svolta, quando nel 1981 si presenterà per la prima volta sul palco della città dei fiori con il brano “Caffè nero bollente” conquisterà sia il pubblico che la critica. Successivamente, l’artista parteciperà nuovamente alla kermesse canora con lo struggente capolavoro “Come si cambia”, pezzo che descrive le contraddizioni dell’essere umano. Nel 1987 la consacrazione artistica per la cantautrice che conosce uno dei cantautori più eclettici della storia della musica italiana, Enrico Ruggeri il quale le propone di calcare per la terza volta il palco della competizione sanremese con un brano che tocca le corde dell’anima e diventerà un vero e proprio manifesto della femminilità italiana: “Quello che le donne non dicono”. Una performance intensa e dedicata quella della Mannoia che incanterà sia il pubblico presente che i critici musicali, I quali le conferiranno il premio della critica.
Uno stile inconfondibile il suo, che porterà l’artista ad ampliare i suoi orizzonti. Infatti dal 1990 in poi la sarà lei stessa ad approfondire lo studio di alcuni strumenti per creare nuove fusioni innovative. Tra i differenti generi, creando dei ritmi completamente nuovi in grado di affascinare i fan di ogni età. Attenta alle problematiche sociali, Fiorella Mannoia viene nominata nel 2005 ufficiale al merito della Repubblica Italiana dall’allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Il suo continuo impegno la spingerà anche a difendere i diritti di una cultura di una popolazione molto spesso dimenticata: quella africana . In virtù di questo riceverà il prestigioso riconoscimento di Cavaliere al merito all’ordine mondiale e al panafricanismo.
Attualmente è anche una delle testimonial insieme a tanti colleghi ed altri professionisti dell’associazione Emergency. Oltre al riconoscimenti già citati, la cantautrice ha ricevuto anche il nastro d’argento per la miglior canzone originale. Sempre pronta ad accettare nuove sfide la cantautrice nel 2017 decide di portare sul palco dell’Ariston un nuovo pezzo che possiamo considerare una vera e propria carezza per l’anima: “Che tu sia Benedetta”. La canzone conquisterà tutti dalla prima sera, e purtroppo arriverà solo al secondo posto. Rimane, a mio avviso, la canzone vincitrice morale di quell’edizione. Negli ultimi mesi il nuovo capolavoro targato Mannoia è presente in tutte le classifiche: “Il peso del coraggio”, il testo è intimo, una riflessione sulla vita reale.
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