di Luca Boffa
Ieri 29 giugno si è festeggiato i santi Pietro e Paolo ovvero l’Apostolo che è stato primo Papa e il persecutore che ha poi riconosciuto Gesù come Messia di Israele, ma come contestualizzare Paolo nel contesto sia ebraico che greco romano del suo tempo? Prima di tutto bisogna sapere che Paolo detto anche Saulo non perseguitava i cristiani ma come dice gli Atti degli Apostoli i Discepoli del Signore ovvero gli ebrei seguaci di Gesù che stavano diventando numerosi in quanto la fede cristiana di allora era una fazione della fede ebraica antica che riteneva il Gesù dei Vangeli il Messia inviato da Dio, dopo la sua adesione a Cristo Paolo comincia predicare il Vangelo nelle sinagoghe delle comunità ebraiche fuori della Giudea nell’area del Mediterraneo orientale, un bell’esempio è il discorso di Atti degli Apostoli capitolo 13.
Paolo era di formazione farisea ovvero appartiene ai Farisei che come fazione ebraica e quindi credeva alla Risurrezione e all’aldilà e il suo maestro era il celebre Gamaliele noto anche in seno alla tradizione degli ebrei odierni, era nato a Tarso ma studiò in Gerusalemme ed era ebreo di cultura ellenistica quindi di lingua innanzitutto greca ed era cittadino romano. Paolo è stato autore delle famose lettere incluse nella Bibbia cristiana in cui dice di non aver rinnegato la sua appartenenza al popolo ebraico reclamando l’appartenenza della sua famiglia alla tribù di Beniamino ovvero la stessa a cui apparteneva il primo re degli Ebrei ovvero Saul secondo la Bibbia.
Per finire Paolo è morto martire a Roma sotto Nerone e gli è stata dedicata una basilica ovvero San Paolo fuori le mura che è uno scrigno d’arte e gode dell’extraterritorialità pura trovandosi fuori dal Vaticano, da notare che gli attributi di Paolo sono la spada e il Vangelo.
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