di Antonio Raimondi
La Francia ha annunciato che schiererà un totale di 40.000 poliziotti e gendarmi questa sera, di cui 5.000 soltanto a Parigi e nella banlieue, di fronte al rischio di nuovi disordini legati all’uccisione di un diciassettenne di Nanterre, due giorni fa, da parte di un agente. Le forze dell’ordine – ha indicato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin – saranno “il quadruplo” rispetto alla notte scorsa, durante le quali scontri e danneggiamenti si sono estesi a tutto il Paese e in alcuni casi sono stati particolarmente gravi. “Tutti quelli che sputano sulla polizia e sulla giustizia sono i complici morali di quello che sta succedendo. Un impiegato ha rischiato di morire bruciato la notte scorsa, 170 esponenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti stanotte. E’ il momento dell’emozione, un ragazzo di 17 anni è morto e i ragazzi di 17 anni non devono morire”.
E’ stata aperta un’inchiesta contro un poliziotto e non contro la polizia e confondere come è già stato fatto è qualcosa di insopportabile. La giustizia non va negli studi tv, non sta sui social network. Bisognerebbe che tutti lanciassimo appelli alla calma, che facessimo molta attenzione alle parole che pronunciamo”. Questo è ciò che ha detto oggi il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti. Sono “rinviati tutti i movimenti non essenziali dei ministri previsti per oggi”: lo ha deciso il governo francese di fronte alla rivolta. E’ stata adottata stamattina dopo le gravi violenze di questa notte, con tiri di razzi con mortai da fuochi d’artificio contro un carcere, incendi appiccati a scuole e palazzi, danneggiamenti gravi di municipi e di altri edifici pubblici. Diverse voci di destra e di estrema hanno reclamato in queste ultime ore l’instaurazione dello stato d’emergenza, che venne dichiarato anche durante le rivolte del 2005 nelle periferie di Francia. Questa mattina, nel corso della riunione di crisi presieduta da Emmanuel Macron, nessun rappresentante del ministero dell’Interno ha tuttavia “espresso il bisogno di attivare un tale dispositivo”, precisano le stesse fonti. Un migliaio di persone, familiari, amici, abitanti del quartiere Pablo-Picasso di Nanterre, ha cominciato la “marcia bianca” chiesta dalla mamma di Nahel M., il diciassettenne ucciso da un poliziotto due giorni fa, per ricordare il ragazzo. Presenti nel corteo alcuni membri del municipio di Nanterre, tutti con t-shirt rossa, che mantengono l’ordine e danno informazioni ai partecipanti, invitando tutti a restare calmi: “mostreremo loro che non siamo dei selvaggi”, ha detto una delle organizzatrici al microfono. La folla applaude e chiede “giustizia per Nahel”. Il vescovo, monsignor Matthieu Rougé, ha lanciato “un appello alla pacificazione in nome della fraternità tra le religioni”.
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