di Alessia Trovato
“Una parola è troppa e due sono poche” è uno dei motti entrato nel cuore degli italiani grazie alla alla fiction “Un medico in famiglia” trasmessa su Rai 1 dal 1998 fino al al terzo millennio in molteplici serie. Le avventure di nonno Libero interpretato dall’attore pugliese sono entrate infatti nell’immaginario collettivo di molti italiani.
Eppure basti pensare che la predisposizione alla carriera artistica sia riconducibile all’infanzia infatti, Pasquale Zaccaria in arte Lino Banfi – nome suggerito dal principe della risata Antonio De Curtis in arte Totò – esordisce nelle recite parrocchiali, a Canosa di Puglia, interpretando San Giovanni. L’intuizione venne al vescovo che suggerì a Lino Banfi di continuare a interpretare i personaggi perché ogni volta che lui interpretava un personaggio il pubblico si metteva a ridere. La consacrazione di Lino Banfi avviene con la partecipazione insieme a Memmo Carotenuto al programma televisivo libreria di Studio Uno del 1964.
Esponente di spicco della commedia all’Italiana negli anni settanta con il film Mezzanotte d’amore; indimenticabile la pellicola di Dino Risi del 1986 dove Lino Banfi interpreta un commissario un po’ strampalato e sbadato. Attore poliedrico si cimenta con maestria e professionalità in ruoli drammatici come “Vola sciuscu” del 2000 del regista Joseph Sargent e nel 2006 “il padre della sposa” del regista Lodovico Gasparini che racconta nella magnifica ambientazione pugliese una storia attuale sul tema dell’omosessualità.
Particolarmente attento alle problematiche sociali riguardanti i bambini viene nominato ambasciatore dell’UNICEF. La sua spontaneità traspare sia nella vita privata che in quella pubblica come quando visibilmente emozionato qualche anno fa alla Vita in Diretta annunciò che la figlia Rosanna era affetta da un tumore. Proprio in quell’occasione ho ammirato la medesima semplicità che utilizza sul set anche nell’affrontare una notizia devastante per un attore che in quel momento non interpretava alcun ruolo ma era semplicemente un padre devastato da un dolore atroce.
Comment here