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Cultura e barriere architettoniche, quando una biblioteca non è accessibile a tutti…

di FRANCESCA CITRO

Cari lettori non è la prima volta che scrivo, ormai mi conoscete e sapete che quando lo faccio è perché solo così riesco a chiarire i miei sentimenti in merito ad un argomento.

Sapete anche che ho scritto molti articoli per difendere i diritti in generale dei diversamente abili. Se oggi sono qui è perché voglio difendere un mio diritto che però penso sia più in generale un diritto di tutti ma voglio raccontarvi la storia da principio.

Chi mi conosce sa che tra i miei hobby c’è quello della lettura, leggo talmente tanto che di recente mi sono convertita alla versione digitale dei libri cartacei che prediligo. Ultimamente ero alla ricerca di un libro del quale l’ultima pubblicazione risale al 2015 quindi non è più in commercio e di questo non esiste la versione digitale. Per leggerlo dovevo cercarlo in biblioteca. Facendo una ricerca in rete ho scoperto che il libro è presente solo in quattro biblioteche tra le quali una in Veneto ed un’altra nella Repubblica di San Marino. Ho telefonato e mandato mail ad entrambe le biblioteche.

In entrambe mi hanno inizialmente risposto che potevano effettuare il prestito chiedendo però che si mettesse in contatto con loro la mia biblioteca di riferimento. Dopo una serie di telefonate e mail in Veneto mi rispondono che il prestito tra biblioteche per loro avviene solo all’interno della regione. Su questo non ho potuto dire nulla perché, anche se credo che sia discriminatorio, sono scelte regionali ed io non vivo in Veneto.

La mia regione di appartenenza è la Campania, precisamente vivo in un paese della provincia di Salerno chiamato Pontecagnano, dove sono costretta purtroppo a dire che le biblioteche non sono agibili ai diversamente abili motori, pertanto io non ne ho una di riferimento. Per permettere l’eventuale, perché non ancora certo, prestito tra biblioteche, previa telefonata in oratorio, ho dato come biblioteca di riferimento quella oratoriana.

Devo purtroppo dire che neanche l’oratorio è del tutto agibile ai diversamente abili motori, ma si sono dimostrati molto disponibili nel venirmi incontro. C’è stato chi mi ha detto che potevo anche fare a meno di leggere questo libro perché non è di fondamentale importanza ma io mi sono intestardita per difendere un mio diritto che però come dicevo prima, credo sia un diritto di tutti ovvero quello della lettura perché leggere apre la mente.

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