di Alessia Trovato
Per raccontare uno dei più illustri autori della letteratura italiana ho deciso di partire dalle sue origini. Luigi Pirandello, classe 1867, ha raccontato le contraddizioni e i vizi della sua terra: la Sicilia. Opere che ancora oggi impreziosiscono il panorama italiano, la sua prima raccolta è “Mal giocondo” poesie in versi in cui Pirandello esordisce nel 1889, mentre frequentava l’università a Palermo.
In seguito si trasferisce a Roma dove frequenterà il corso di filologia romanza. Lì avverrà un incontro fortunato, quello con Luigi Capuana autore e mentore per l`intero percorso letterario. Sempre nel medesimo anno, dopo aver avuto un aspro confronto con il rettore dell`ateneo della capitale, decide di trasferirsi a Bonn, dove prosegue assiduamente i suoi studi letterari approfondendoli e laureandosi in Filologia Romanza con una tesi sulla Parlata Agrigentina e le evoluzioni del dialetto di Girgenti.
Con determinazione e una profonda conoscenza linguistica, compone la sua prima raccolta dal titolo “Novelle per un Anno” redatta tra il 1884 e il 1936. Trascorrono gli anni e Pirandello inizialmente viene accolto dalla critica con diffidenza. Nel 1894 convola a nozze con Maria Antonietta Portulano con la quale avrà tre figli. L’estro e la genialità lo condurranno a sperimentare un nuovo stile e linguaggio prospero di artifici e vocaboli innovativi. Successivamente si dedicherà con dedizione ed impegno alla stesura dei suoi primi romanzi utilizzando un linguaggio ricercato e raffinato. Agli inizi del ‘900 scriverà “L’esclusa” e il suo capolavoro: “Il fu Mattia Pascal”, romanzo con cui conquisterà sia il pubblico che la critica del tempo.
Un anno prima dell’uscita dell’opera l’autore affronterà il dissesto economico e dovrà assistere l’amata consorte affetta da disturbi mentali. Le condizioni della moglie lo affliggeranno talmente tanto che come lui stesso confesserà “sono afflitto dal male di vivere”. Questo concetto verrà espresso in tutte le sue opere redatte per l’intero periodo in cui si prende cura della salute della sua amata sposa. Contrario al pensiero positivista, il suo stile si contraddistingue per le ricerche sempre costanti sulla condizione dell’uomo.
Leggendo i suoi scritti ci si rende conto della sua poliedricità, riconosciuta dagli esponenti della letteratura ed anche dagli addetti ai lavori dell’epoca. Ritroviamo questa sua caratteristica anche nelle commedie. Ne ricordiamo alcune: Pensaci Giacomino, Così è se vi pare, Uno nessuno e centomila e tante altre. Nel 1916 durante uno dei periodi più complicati vissuti dall’autore per esorcizzare il periodo negativo legato alla prima guerra mondiale, durante la quale il figlio Fausto viene preso prigioniero, aggravato anche dalla condizione della moglie, Pirandello scrive “ Liolà”, commedia che rappresenta la cultura contadina e nella quale il protagonista principale si innamora di tutte le ragazze del luogo, dotato di bell’aspetto intrattiene relazioni amorose concependo molti figli che sistematicamente vengono lasciati alla madre. Sino a quando non incontra una ragazza che rifiutandolo lo ferirà nel suo orgoglio. La commedia a tratti grottesca e divertente merita di essere letta o vista nelle varie rappresentazioni teatrali.
Molti attori siciliani nel corso degli anni si sono cimentati nelle rappresentazioni delle commedie pirandelliane, ottenendo un grande successo di pubblico e critica.
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti (Luigi Pirandello)
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