di Alessia Trovato
La storia dell’arte è una disciplina che ci consente di scoprire i ritratti e le opere più celebri del nostro patrimonio artistico e culturale, sia a livello nazionale che internazionale. Tra i pittori più rappresentativi del post impressionismo, ricordiamo Vincent Van Gogh. In questo articolo desidero descrivere brevemente l’estro generale poco apprezzato dalla critica in vita. Sia gli esperti nel settore che gli storici rivalutarono l’artista e l’intero percorso artistico dopo la sua scomparsa. Van Gogh nacque nei Paesi Bassi a Zundert il 30 marzo 1853 e morì in Francia, ad Auvers sur Oise il 29 luglio 1890.
Nel dipinto “Campo di grano con volo di corvi” riconducibile al 1890, conservato al Van Gogh Museum ad Amsterdam – luogo dedicato all’artista e insignito del riconoscimento quale miglior museo di arte post impressionista – è possibile cogliere l’inquietudine che lo attanaglia e turberà al sua intera esistenza. Nel quadro sono presenti il colore giallo, che rappresenta un campo di grano sorvolato da corvi neri che sembrano avvoltoi, il blu cobalto che è il colore che rappresenta il grigiore del cielo, come se dovesse verificarsi una tempesta imminente. A mio modesto parere, l’autore, descrive la libertà e la gioia di vivere attraverso i colori giallo e il blu cobalto che rappresenta la notte.
Egli stesso confesserà al fratello in una lettera che sta provando una malinconia ed un tormento che l’ho ha condotto alla depressione e quindi lo esorta a recarsi da lui per aiutarlo a placare il suo tormento interiore. Tormento che contrassegnerà l’intera vita dell’artista. Cresciuto nella realtà agricola con un padre imponeva le sue regole rigide, nei primi anni della sua vita, aiuta la famiglia come pastore, successivamente sarà costretto a lavorare in una miniera in Belgio e sarà proprio quella misera realtà a convincerlo di dedicarsi alle belle arti.
“I mangiatori di patate”, dipinto che risale al 1885, è frutto della visita di Van Gogh al piccolo villaggio di Nuenen, dove il pittore si recò per osservare attentamente gli sguardi e le gesta dei minatori e della gente comune. Saranno proprio loro, con la loro semplicità, la sua fonte di ispirazione. E, cercherà di utilizzare questa caratteristica in tutte le sue opere. Un altro soggetto che considera fondamentale all’interno delle sue opere, il girasole , fiore simbolo, secondo lui, di fedeltà, gioia e gratitudine. Infatti, quando accolse Gauguin suo grande amico, gli donò la camera totalmente dipinta con questi fiori. Il loro rapporto fu idilliaco fino a quando lo stesso Van Gogh non iniziò a dare segni di squilibrio, affetto da raptus di follia che lo portavano ad inveire nei confronti dell’amico.
Anche il rapporto con le donne risultò complicato, in quanto, prima si innamorò di una donna che non lo corrispondeva. Questa delusione lo porterà ad abbandonare la sua professione ed ad avvicinarsi alle sacre scritture. In seguito si innamora di una sua cugina, la relazione, ostacolata da entrambe le famiglie, continuerà ugualmente tant’è che la cugina si trasferirà da lui con la figlia avuta da una precedente relazione, portando l’artista a disegnare i volti e le movenze della piccola.
Van Gogh, esponente del post-impressionismo, fu molto prolifico, le opere realizzate dall’artista in un decennio sono 1024, che equivalgono a 8,5 tra dipinti, acquerelli, opere grafiche e litografie, al mese. Uomo curioso e sempre pronto alle innovazioni, si innamorò dell’arte giapponese traendone spunto per la realizzazione di alcuni suoi capolavori tra cui: La Cortigiana., La fioritura ed altri.
Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali, per quanto maestose e imponenti siano. Vincent Van Gogh
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