di Sara Lepore
Per un artista, difficilmente la strada per il successo è in discesa. Non fa eccezione LDA, che il 4 marzo, durante un’intervista a Ciao Maschio, il programma condotto da Nunzia De Girolamo, racconta della prima volta che ha sperimentato il trauma del fallimento. Il cantante, divenuto famoso grazie ad Amici, a soli 19 anni fa il suo debutto al Festival di Sanremo con il singolo ‘Se poi domani‘. Tuttavia non è stato facile sfondare. Il primo grande ostacolo, come spesso capita ai figli d’arte, è scontrarsi con la “scomoda” figura paterna.” Spesso ‘figli di’ devono fare otto volte in più del genitore.” Come è stato, per LDA, dire a Gigi D’Alessio: “Voglio fare il cantante”.
“Prima giocavo a calcio, ma mentre lo facevo nella mia testa cantavo. A un certo punto ho capito di voler fare quello nella vita. Papà mi portava sempre ai suoi concerti, ed io da dietro il palco lo guardavo e pensavo ‘quanto vorrei esserci io su quel palco’. Verso i quattordici anni andai da mio padre e gli confessai di voler fare il suo stesso lavoro. Mi misi a piangere, perché ero davvero convinto che fosse una cosa sbagliata, forse per l’immaginario collettivo che “il figlio di” fosse una figura raccomandata. Papà mi disse una cosa che mi porterò dietro per tutta la vita: ‘Ricordati sempre che io non ti metterò mai il pesce a tavola. Io posso darti una canna da pesca, ma devi essere tu a pescarlo e a cucinartelo’. Quindi la fortuna più grande è avere un padre che ti dà tanti consigli.”
Luca afferma di non essere una persona abituata a parlare preferisce il silenzio. Tuttavia, stavolta il giovane cantante napoletano parla liberamente e senza giri di parole, dimostrando una maturità professionale e umana che talvolta si fatica ad aspettarsi da una persona della sua età. Ma il coraggio, passa per il “mostrarsi” e non per il “nascondersi” e lo dimostra parlando apertamente di uno dei momenti in cui si è scontrato con una grande delusione.
“Mi presentavo nei locali, chiedendo di cantare. Ai miei non raccontavo nulla, dicevo di uscire con gli amici. Una volta sono andato a cantare in un locale a Napoli, dove c’erano 500 persone. Inizio a cantare e ne restano tre, due erano miei amici. Sono tornato a casa distrutto e mi sono detto ‘ io non posso fare questo nella vita’. Per la prima volta mi è mancato il coraggio di continuare. Per cinque mesi non ho fatto musica, non ho ascoltato musica, entravo in macchina e spegnevo la radio. Avevo 17 anni, dopo qualche mese scrissi ‘Quello che fa male’ e l’ho presentata ad Amici. Lì ho avuto il coraggio di farmi vedere.”
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