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RITRATTI: Renato Zero, il pioniere della trasgressione dall’animo gentile…

di ALESSIA TROVATO 

“Il mare dell’Argentario, il posto dove compongo i miei brani”, è quanto dichiarato dal cantautore romano. Brani memorabili come: spiagge, i migliori anni della nostra vita, I giardini che nessuno sa e tanti altri. Analizziamo le tappe fondamentali della sua, carriera.

Esordì negli anni 70 mentre in Italia sì diffondeva un genere musicale fondato negli Stati Uniti d’America” il Glam Rock. La caratteristica del suddetto genere era un utilizzo esagerato di lustrini e paillettes corredato da coreografie particolari, per affermare il proprio desiderio di emergere imprigionando le proprie fragilità umane. Proprio in questo periodo, dopo aver conseguito la licenza media e dopo essersi iscritto presso “l’ Istituto di cinematografia e la televisione Roberto Rossellini”, che abbandonò al terzo anno, per seguire le sue passioni, Renato Fiacchini (questo il nome all’anagrafe) frequenta e si esibisce al Piper, dove incontrerà i più noti personaggi del jet set dell’epoca e dove verrà notato da Renzo Arbore che lo chiamerà per partecipare a diversi programmi, anche Don Lurio si accorge della sua estrosità e della sua presenza scenica e lo scritturerà nel corpo di ballo di Rita Pavone.

Le sue canzoni trattano temi abbastanza importanti e scottanti per l’epoca, come l’aborto, la pedofilia, la spiritualità, l’incomunicabilità, l’omosessualità, la droga e molti altri. A volte i suoi brani soni autobiografici, narrando le sue insicurezze nei confronti del mondo, le paure del genere umano, le sue difficoltà ad essere accettato nonostante non abbia mai dichiarato la propria identità sessuale. L’amore secondo lui è un concetto universale, è libertà. Il suo nome d’arte deriva dalle denigrazioni ricevute durante le sue prime esibizioni, quando lo apostrofavano dicendogli che era uno Zero e che nella vita non sarebbe mai arrivato ad emergere nel mondo dello spettacolo, per esorcizzare tutto questo decise di chiamarsi Renato Zero.

Crede nei valori dell’amicizia fraterna, esprimendo i suoi profondi e veri sentimenti che troveranno poesia nel brano Amico scritto nel 1980. L’ultimo concerto per celebrare i suoi settanta anni, compiuti il 30 settembre, uno show spettacolare che ha incantato i suoi fan (i sorcini) del Circo Massimo a Roma. Tanti gli artisti che lo hanno accompagnato da Fabrizio Moro a Red Canzian a Serena Autieri, Mario Biondi, Madame (che ricorda il testo della prima canzone che lo rese famoso). Durante questo spettacolo, Renato Zero, si racconta senza veli, con profonda gratitudine verso tutti coloro che lo hanno sostenuto durante il suo percorso vitale.

“Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa
E che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa”

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Comments (1)

  1. Bellissimo articolo, complimenti.

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