di LUCA BOFFA
Il 21 settembre è San Matteo che è anche il nostro santo patrono che è stato apostolo di Gesù e autore del Vangelo di Matteo, in questo articolo non vi parlerò del santo in questione ma del suo Vangelo e del suo legame con la religione ebraica e il popolo ebraico in quanto è il più ebraico dei Vangeli canonici ovvero inclusi nella Bibbia insieme quello di Giovanni.
Nel Vangelo di Matteo si inizia la storia di Gesù con la genealogia dei suoi antenati che secondo Matteo sono i re ebraici di Giuda quindi i sovrani della stirpe di Davide tra cui oltre Davide e Salomone spiccano i re Ezechia e Giosia, il primo re qui citato ovvero Ezechia ha combattuto gli Assiri di Sennacherib e tempo prima stando alla Bibbia guarì miracolosamente in tre giorni da un grave malattia, questo ultimo fatto prefigura ovvero anticipa la risurrezione di Gesù nei Vangeli mentre Giosia è noto in seno alla Bibbia per essere salito al potere a soli otto anni e di essere morto in battaglia contro il faraone Necao nella valle di Megiddo nel 609 avanti Cristo, la genealogia segnala anche sovrani davidici malvagi come gli idolatri Amon re di Giuda sempre della stirpe di Davide che secondo il Talmud sacrificò sull’altare un animale immondo per la fede ebraica come un geco e di Acaz il re idolatra a cui però fu annunciato l’Emmanuele ovvero il Messia promesso che noi cristiani identifichiamo con Gesù, insomma nella genealogia di Gesù c’è davvero il bene e il male rappresentati, tra i personaggi c’è anche Zorobabele governatore ebreo discendente di Davide al tempo dell’Impero Persiano.
Non tutti i personaggi del Vangelo di Matteo sono ebrei che incontrano Gesù in quanto un episodio famoso è la guarigione del servo del centurione in Matteo 7 in cui guarisce lo schiavo di un militare romano, il fatto ricorda da vicino la guarigione di Naaman l’arameo operata da Eliseo secoli prima ai tempi della guerra tra Aramei ovvero gli antenati dei Siriani e il regno di Israele con capitale Samaria oppure l’episodio in cui Gesù va in terra fenicia di Tiro e Sidone in cui guarisce a distanza una ragazzina posseduta che non era ebrea ma fenicia di lingua greca, la madre della posseduta chiama Gesù in modo molto ebraico ovvero figlio di Davide, l’episodio è riportato in Matteo 15.
Matteo scrive il suo vangelo in greco ma ragiona in modo ebraico come del resto tutti gli autori sacri del Nuovo Testamento e quindi anche degli altri Vangeli, il vangelo di Matteo è anche il testo in cui parla della fuga in Egitto di Gesù bambino per sfuggire ai piani omicidi di Erode e sempre a proposito di Erode e le sua dinastia si parla tra i nemici di Gesù Cristo degli Erodiani ovvero un gruppo di ebrei filo romani e pro dinastia erodiana con cui Gesù discusse e pronunciò la famosa frase “date a Cesare quel che è di Cesare” stando Matteo 22 come capitolo biblico.
Per concludere vi auguro un buon San Matteo.
Comment here