a cura di Francesca Citro
Cari lettori ormai mi conoscete da tempo e sapete che sono una persona che non ama le situazioni poco chiare.
Qualche settimana fa ho affrontato il tema della solidarietà, dell’accoglienza e quindi dell’inclusione dei diversamente abili, nominando nell’articolo un’associazione divenuta poi centro diurno e che sta cercando ancora d’ingrandirsi, aprendo una struttura h 24 per tutti gli amici diversamente abili che ne avessero bisogno.
Spesso purtroppo questi centri fanno molta difficoltà ad andare avanti, a volte è difficile trovare anche qualcuno per svolgere mansioni semplici, figuriamoci per trovare altre persone disposte ad aiutare.
Questa situazione può provocare, soprattutto in chi crede molto in questo genere di attività, una sorta di insoddisfazione, perché la singola persona vorrebbe fare molto di più per migliorare ma purtroppo spesso trova un muro davanti nel senso che non riesce a trovare tutti gli aiuti necessari, ma pur di continuare ad aiutare va avanti con coraggio e determinazione.
È un atteggiamento ammirevole ma che costa anche molto sforzo emotivo, molta pazienza e soprattutto coraggio.
Purtroppo non è presente la cultura dell’handicap, non possiamo parlare della presenza di persone che pur di aiutare lo fanno con piccoli gesti, se ci sono, sono poche.
Spesso si può tranquillamente parlare d’indifferenza che si nasconde dietro la paura e la poca esperienza.
Il problema di fondo è che se anche le persone motivate ad aiutare, quando lo fanno trovano un muro davanti, le persone diversamente abili rischiano di essere abbandonate nel loro mondo fatto di difficoltà e solitudine.
Lo scopo di questo articolo da una parte è quello di smuovere le coscienze di quanti potrebbero concretamente aiutare e non lo fanno, dall’altro è quello di dare appoggio morale e forza a chi si sta abbattendo difronte alle difficoltà quasi come se volesse gettare la spugna.
Spero vivamente che questo non accada perché anche i diversamente abili, contrariamente a quanto si crede, come tutti hanno un mondo dentro che hanno voglia di condividere, perché per smettere di parlare realmente d’indifferenza ed invece parlare di solidarietà e accoglienza, bisogna accettare il fatto che ogni forma di vita, pur con qualche difficoltà è degna di essere vissuta e se ci sono persone disposte a far si che le difficoltà vengano alleggerite ben vengano perché queste trovano il modo di rendere la vita di persone meno fortunate più semplice e per quanto possibile più serena.
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