di Alessia Trovato
Per descrivere la poetica di Bartolo Cattafi, due sono le parole chiave: semplicità ed immediatezza. Semplicità: dai suoi continui viaggi trova l’input per scrivere i versi che ancora oggi riassumono il suo modus operandi e vivendi. Immediatezza: utilizza un linguaggio semplice da comprendere. Infatti nelle sue opere si evince una continua voglia di riscoprirsi, il legame con la sua terra, divenuto più forte dopo l’esperienza della guerra, avvertì il bisogno di dover ritornare nella terra natia per riappropriarsi degli antichi sapori proprio come quando era bambino. Nasce a Barcellona Pozzo di Gotto il 6 Luglio del 1922 , dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Messina. Costretto ad abbandonare gli studi a causa della chiamata alle armi, li riprenderà concludendoli nel 1944. Non eserciterà mai la professione forense in quanto la sua reale predisposizione era la scrittura, la passione per la letteratura e la pittura. Trasferitosi a Milano in cerca di lavoro, non ebbe molta fortuna poiché detestava sottostare alle regole imposte dal mondo del lavoro. Nel frattempo conosce alcuni intellettuali dell’epoca che diventeranno suoi amici e punti di riferimento per le generazioni future che riusciranno ad apprezzare la poetica cattafiana , grazie all’incoraggiamento rivolto al poeta da intellettuali come Vittorio Sereni, Giovanni Raboni, Sergio Solmi e Vanni Scheiwiller.
Riesce a coltivare le sue passione grazie ad una rendita, che lo sosterrà economicamente e che lo porterà a scrivere numerose raccolte, la prima scritta nel 1951 “ Nel centro della mano”, seguiranno “ Partenza da Greenwich e il primo riconoscimento ufficiale lo otterrà nel 1964 , vincendo il Premio Chianciano con l’opera “ L’osso, l’anima”, che segnerà la chiusura della sua prima fase poetica. Riprenderà, per fortuna, nel 1972, componendo “ L’aria secca del fuoco” , ricordata come la raccolta della sua seconda rinascita. Per celebrare il centenario della sua nascita, L’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ,ha fortemente voluto che si costituisse il “ Comitato Bartolo Cattafi” al fine di intraprendere numerose iniziative per ricordare la figura dell’autore ed attribuirgli gli onori e le giuste considerazioni, che, data la prematura scomparsa, non ha potuto ricevere, né dal pubblico né dalla critica. Fra le tante iniziative intraprese per celebrare la figura del nostro concittadino, venerdì 3 Giugno presso la sala conferenze del ” Parco Maggiore La Rosa”, si è tenuto un convegno interessantissimo. Grazie all’Associazione Fidapa, presieduta dalla Presidente, Dott.ssa Adriana Cicirella “, organizzatrice del suddetto evento, le voci di Claudia Soraci e Nino Sottile Zumbo, accompagnati dal sottofondo musicale del maestro Franco Cutropia, hanno allietato i presenti, leggendo alcuni componimenti tratti dall’Aria secca del fuoco, e raccontando alcuni aneddoti riferiti dalle persone che lo hanno conosciuto e che hanno avuto il piacere di frequentarlo.
Luce rossa all’albergo Siviglia | rosso neon gelato | come una serpe strappato alle stagioni.“ — Bartolo Cattafi
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