di LUCA CONSIGLIO
Visto che l’8 Maggio è stata la festa della mamma ho deciso di dedicare questo pezzo a una delle madri della mitologia greca- romana più importanti: Demetra. Ella è una divinità mitologica, figlia di Crono e Rea, che presiedeva la natura, i raccolti e le messi. Tra i romani è conosciuta come Cerere. Da Zeus divenne madre di Persefone ed ebbe Pluto da Iasione.
Secondo Igino da Iasione ebbe anche Filomelo (definito come gemello di Pluto).
Da Poseidone ebbe il cavallo Arione trasformandosi in Furia o in giumenta. Pausania aggiunse una figlia: Despina.
Infine da Carmanore ebbe Crisotemi ed Eubolo. Il culto di Demetra era grande in tutto il mondo e uno dei suoi templi si trova a Siracusa. Tanti sono gli epiteti della dea il più importante è: Thesmophoros – “Fornitrice di consuetudini” o anche “legislatrice“, titolo che la lega all’antica dea Temide. Questo titolo era usato in connessione con la Tesmoforie, una cerimonia segreta riservata alle donne che si svolgeva ad Atene, e connessa con le tradizioni matrimoniali.
Come detto in precedenza la dea ebbe molti figli e figlie la più importante in assoluto è Persefone da cui si scaturisce una serie di cose a cui sono legate entrambe ma raccontiamo questa storia nel dettaglio: il più importante mito legato a Demetra, che costituisce anche il cuore dei riti dei Misteri Eleusini, è la sua relazione con Persefone, sua figlia nonché incarnazione della dea stessa da giovane. Nel pantheon classico greco, Persefone ricoprì il ruolo di moglie di Ade, il dio degli inferi. Diventò la dea del mondo sotterraneo quando, mentre stava giocando sulle sponde del Lago di Pergusa, in Sicilia, con alcune ninfe (secondo un’altra versione con Leucippe) che poi Demetra punì per non essersi opposte a ciò che accadeva trasformandole in sirene, Ade la rapì dalla terra e la portò con sé nel suo regno. La vita sulla terra si fermò e la disperata dea della terra Demetra cominciò ad andare in cerca della figlia perduta. Helios vedendo che Demetra, disperata, per nove giorni, cercava Persefone senza nutrirsi di ambrosia, decise di raccontarle l’accaduto: Zeus, il re degli dèi, aveva concesso Persefone in sposa al fratello Ade. Ancora più addolorata, e ora anche furente nei confronti di Zeus, Demetra rifiutò quindi di tornare sull’Olimpo e, trasformatasi in una vecchia, si recò a Eleusi nell’Attica sedendosi vicino al Pozzo delle Vergini. Le figlie del re di Eleusi, Celeo, recatesi al pozzo, la interrogarono su chi fosse e da dove venisse. Demetra, che aveva assunto le sembianze di una vecchia di nome Doso, raccontò loro di essere sfuggita ai pirati che l’avevano rapita nei pressi di Creta. Mosse a compassione, le figlie di Celeo la invitarono a palazzo per fungere da nutrice a Demofoonte e Trittolemo, figli della regina Metanira, sposa di Celeo. Nel palazzo del re di Eleusi, Demetra si sedette in disparte su uno sgabello, restando per molto tempo silenziosa e con il volto velato, fino a che la serva Iambe riuscì a farla sorridere con i suoi scherzi. Metanira offrì quindi del vino a Demetra, ma rifiutò chiedendo invece del “ciceone”, una bevanda composta da orzo tritato, acqua e foglie di menta.
Demetra non allattò il figlio più piccolo, Demofoonte, ma segretamente lo massaggiava con l’ambrosia, immergendolo di notte nel fuoco stringendolo tra le braccia e soffiando dolcemente su di lui per renderlo immortale bruciando nottetempo il suo spirito mortale sul focolare di casa. Questa operazione trasformava lentamente il figlio di Celeo in un immortale eternamente giovane. Ma la madre Metanira vide Demetra mentre immergeva Demofoonte nel fuoco e si spaventò. Ella cessò l’opera di trasformazione dell’infante e, irritata, manifestandosi come dea a Metanira, accusò l’umanità di essere stolta e di non capire i rituali degli dei.
Invece di rendere Demofoonte immortale, Demetra decise allora di insegnare a Trittolemo l’arte dell’agricoltura, così il resto della Grecia imparò da lui a piantare e mietere i raccolti, sotto la protezione di Demetra e Persefone. Alla fine Zeus, pressato dalle grida degli affamati e dalle altre divinità che avevano anche ascoltato la loro angoscia, costrinse Ade a riportare Persefone. Tuttavia, era una regola del Fato che chiunque avesse consumato cibo o bevande negli Inferi fosse condannato a trascorrere lì l’eternità. Prima che Persefone venisse rilasciata a Hermes, che era stato mandato a recuperarla, Ade l’aveva ingannata invitandola a mangiare dei semi di melograno (sei o quattro secondo il racconto) che la costrinsero a tornare negli inferi per alcuni mesi all’anno. Così fu costretta a rimanere nell’Ade per sei o quattro mesi (un mese per seme) vivendo sulla terra con sua madre per il resto dell’anno. Da quando Demetra e Persefone furono di nuovo insieme, la terra rifiorì e le piante crebbero rigogliose ma per sei mesi all’anno, quando Persefone è costretta a tornare nel mondo delle ombre, la terra ridiventa spoglia e infeconda. Questi sei mesi sono chiaramente quelli invernali, durante i quali in Grecia la maggior parte della vegetazione ingiallisce e muore. Questa è la nascita delle stagioni.
Vi sono comunque altre versioni della leggenda. Secondo una di queste è Ecate a salvare Persefone. Una delle più diffuse dice che Persefone non fu indotta a mangiare i sei semi con l’inganno, ma lo fece volontariamente perché si era affezionata ad Ade. Nei Misteri Orfici Zeus e Ade sono rappresantati come due facce della stessa medaglia e da qui che Persefone generò dei figli il più importante è Zagreo. Nella religione wicca, corrente del neopaganesimo ed ancora oggi, Demetra rappresenta un aspetto della divinità femminile, che simboleggia gli aspetti della madre: l’amore disinteressato, la generosità, l’abbondanza, il nutrimento e la fonte della vita.
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