di ALESSIA TROVATO
Il 78% degli adolescenti, possiede almeno un profilo falso sui social. Lo usano, per poter spiare gli amici, i compagni di scuola, il mondo virtuale che li circonda. Utilizzano profili falsi, per connettersi sui siti pornografici, ed andare alla scoperta di una realtà che sino a quel momento è sconosciuta. Emerge da una inchiesta, soprattutto i ragazzini dai 10 ai 14 anni i maggiori frequentatori di questi siti.
Il suddetto dato ci deve far riflettere, anche perché rappresenta il fallimento dei genitori, nella quotidianità dei propri figli. Ciò che emerge da un inchiesta condotta, su un campione di 1800 studenti, dal Prof. Francesco Pira, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Messina. Giornalista, cura da anni una rubrica all’interno delle pagine culturali del quotidiano” La Sicilia”. Autore di numerose pubblicazioni.
Tra queste il volume “Figli delle App”, in cui con una attenta analisi, affronta il tema della necessità dei giovani di rifugiarsi nella tecnologia. Il fenomeno che è in continua evoluzione, ha visto un aumento dell’uso dei social, soprattutto negli ultimi due anni, poiché l’isolamento forzato, legato alla pandemia, ha interrotto la socializzazione negli spazi aperti, nei locali, nelle scuole. La pandemia e le sue restrizioni, hanno aumentato il distanziamento sociale tra tutti noi.
Nell’intervista realizzata, in collaborazione con Radio Salerno Village, alla domanda “si può trovare un nesso tra la disinformazione e le fake news?” il Professore Pira, ha sottolineato che è possibile trovare un nesso tra le due cose, in quanto, essendo la disinformazione un fenomeno sempre più diffuso, si dà credito alle notizie riportate e pubblicate sui social, convincendosi che siano vere.
Una volta, sottolineava il docente, prima dell’avvento dei mezzi di comunicazione su internet, le notizie erano pubblicate, previa informazione, in quanto, non era semplice cancellarle o eliminarle. Oggi chiunque può pubblicare una fake news ed eliminarla magari il giorno dopo, tutto ciò a discapito del lettore poco attento e convinto che la notizia riportata su internet, sia reale ed attendibile.
Un altro fenomeno trattato nel volume, riguarda il cyberbullismo. Secondo il sociologo, per affrontare la suddetta questione, sarebbe auspicabile che la famiglia, la scuola e la società, si coalizzassero per arginare il problema, utilizzando il dialogo come componente fondamentale. Nel corso dell’intervista, il professore ha auspicato che si possa ritornare ad una società comunicativa, lavorando tutti insieme e gettare le basi per costruire ed offrire alle nuove generazioni un futuro di nuove opportunità, sotto tutti i punti di vista.
Nel testo “ Piraterie 2 la vendetta”, seconda raccolta di articoli riguardanti la società odierna, che riprende il discorso interrotto nel 2018, si racconta con un pizzico di ironia, ma in modo didascalico, la difficoltà dei genitori che essendo adulti di riferimento, ed avendo l’obbligo di non sostituirsi ai giovani, dovrebbero fornire ai propri figli, gli strumenti per affrontare e costruire il proprio futuro.
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