a cura di Antonio Raimondi
Oggi per il Nostalgico ci ricordiamo di una figura di spicco nel panorama del Rinascimento italiano che nacque in questo giorno:
Gerolamo Cardano (Pavia, 24 settembre 1501 – Roma, 21 settembre 1576) è stato un medico, matematico, filosofo, astrologo, illusionista e accademico italiano.
Poliedrica figura del Rinascimento italiano, è noto anche come Girolamo Cardano e con il nome in latino Hieronymus Cardanus.
Riconosciuto come il fondatore principale della probabilità, coefficiente binomiale e teorema binomiale, a lui si deve anche la parziale invenzione della serratura, della sospensione cardanica – che permette il moto libero, ad esempio, delle bussole nautiche ed è alla base del funzionamento del giroscopio – e della riscoperta del giunto cardanico.
Il punto focale della filosofia di Cardano è il concetto rinascimentale dell'”uomo universale” che dà alla sua ricerca della verità un contenuto enciclopedico.
Cardano scrisse più di duecento opere che solo in parte furono pubblicate nel XVI secolo e che, altrettanto parzialmente, confluirono nei dieci volumi postumi della monumentale Opera omnia (Lione, 1663) dove si trattano temi di metafisica, medicina, scienze naturali, matematica, astronomia, scienze occulte, tecnologia.
Egli, che si occupa anche della interpretazione dei sogni, della chiromanzia, della numerologia, del paranormale rende difficile distinguere nelle sue opere i contenuti moderni del sapere dalle tradizioni metafisiche e magiche del passato.
Cardano vuole arrivare a una sistemazione unitaria della molteplicità dei saperi così che «la nostra [incerta] conoscenza…eviterebbe la confusione se potesse discendere dall’uno ai molti» ma questo obiettivo, di origine neoplatonica, sfugge però all’uomo il quale allora è preferibile che occupi il suo intelletto in quei campi dove riesce, quasi come un dio creatore, a «fare le cose».
Questo avviene nella matematica che si incarna nell’esperienza in un rapporto astratto-concreto la cui definizione Cardano ancora non è in grado di elaborare.
Dopo aver analizzato nel De subtilitate (1550) i molteplici «principi delle cose naturali e artificiali» Cardano si rivolge allo studio «di tutto l’universo e delle sue parti» (De rerum varietate, (1557)) che egli concepisce come legate da “simpatie”, “antipatie” (nel senso di attrazioni-repulsioni fra gli astri e l’uomo) e connessioni che consentono allo studioso, che conosce il linguaggio della natura e gli effetti degli influssi astrali sulla vita umana, di compiere quei “miracoli naturali” che sono le magie, di elaborare previsioni astrologiche e di stendere gli oroscopi delle religioni come quello dedicato a Cristo.
I suoi studi hanno ispirato l’opera di altri scienziati, tra cui l’astronomo Jerónimo Cortés.
Oggi Cardano è noto soprattutto per i suoi contributi all’algebra.
Ha pubblicato le soluzioni dell’equazione cubica e dell’equazione quartica nella sua maggiore opera matematica, intitolata Ars magna stampata nel 1545.
Parte della soluzione dell’equazione cubica gli era stata comunicata da Tartaglia;
sicché tale soluzione viene detta di Cardano-Tartaglia.
L’equazione quartica venne invece risolta da Lodovico Ferrari, uno studente di Cardano.
Nella prefazione dell’Ars Magna vengono accreditati sia Tartaglia che Ferrari.
Nei suoi sviluppi delle soluzioni Cardano occasionalmente si serve dei numeri complessi, ma senza riconoscerne l’importanza come invece saprà fare Rafael Bombelli.
Nell’ambito della scienza medica, l’esempio di Andrea Vesalio, che negli stessi anni aveva contestato l’anatomia galenica, spinse Cardano a definire Galeno un cattivo interprete di Ippocrate.
Le sue critiche a Galeno erano comunque presentate come parte integrante di un tentativo di recuperare una tradizione ancora più antica e, si presumeva, più “autentica”.
Cardano fu il primo a descrivere la febbre tifoide.
Venne invitato in Scozia a curare l’Arcivescovo di Sant’Andrea, John Hamilton (1512 – 1571) che soffriva di asma probabilmente d’origine allergica.
Seguendo i precetti di Maimonide riuscì a guarirlo utilizzando delle cure modernissime per l’epoca: eliminare piume e polvere e mantenere una dieta controllata.
Al ritorno dalla Scozia si fermò a Londra, dove incontrò il re d’Inghilterra per il quale redasse un oroscopo secondo il quale prospettava al giovanissimo Edoardo VI una lunga vita seppure turbata da alcune malattie.
La fama di Cardano si diffuse in Inghilterra tanto da interessare Shakespeare che nella “Tempesta” rappresenta un personaggio molto simile a Cardano.
Cardano progettò inoltre svariati meccanismi tra i quali:
1. la serratura a combinazione;
2. la sospensione cardanica, consistente in tre anelli concentrici collegati da snodi, in grado di ospitare una bussola o un giroscopio, garantendo la libertà di movimento dello strumento;
3. il giunto cardanico, dispositivo che consente di trasmettere un moto rotatorio da un asse a un altro di diverso orientamento e viene tuttora usato in milioni di veicoli.
Ma pare fosse già conosciuto, anche se porta il suo nome perché appare nella sua opera De Rerum Varietate (1557) in una illustrazione navale.
L’invenzione di questo tipo di giunto in realtà risale almeno al III secolo a.C., ad opera di scienziati greci come Filone di Bisanzio, che nella sua opera Belopoiika lo descrive chiaramente.
Egli dette svariati contributi anche all’idrodinamica, sostenendo l’impossibilità del moto perpetuo, con l’eccezione dei corpi celesti. Pubblicò anche due opere enciclopediche di scienze naturali che contengono un’ampia varietà di invenzioni, fatti ed enunciati afferenti all’occultismo e alla superstizione: il De Subtilitate e successivamente il De Varietate.
Nel 1550 introdusse la griglia cardanica, un procedimento crittografico.
A Cardano è attribuito anche il gioco rompicapo descritto nel 1550 nel De subtilitate, ma probabilmente risalente a un periodo più antico, chiamato Gli anelli di Cardano o Anelli cinesi.
A lui è dedicato il cratere lunare Cardano e l’asteroide 11421 Cardano.
È intitolato a lui l’Istituto tecnico industriale “G. Cardano” della sua città natale Pavia, nel cui cortile interno è posta una scultura che rappresenta il giunto cardanico, nonché infine l’omonimo collegio universitario pavese.
La blockchain “Cardano” (ADA) prende il suo nome, in quanto basata su un approccio scientifico e matematico.
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