di Antonio Raimondi
Oggi per il Nostalgico commemoriamo la scomparsa 700 anni fa dell’italiano per antonomasia. Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri e anche noto con il solo nome Dante, della famiglia Alighieri (Firenze, maggio 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321), è stato un poeta, scrittore e politico italiano.
Il nome “Dante”, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico, modificazione fonetica (solitamente un raccorciamento) di un nome proprio di persona (che sia un diminutivo, un vezzeggiativo o commistione dei due), di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante “Alighieri” si affermò solo con l’avvento di Boccaccio.
E’ considerato il padre della lingua italiana. La sua fama è dovuta alla paternità della Comedia, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.
Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concreta nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica.
Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all’interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il “Sommo Poeta” o, per antonomasia, il “Poeta”.
Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.
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