a cura di Francesca Citro
Cari lettori sono ancora una volta qui a scrivervi, mi conoscete abbastanza bene ormai tramite svariati articoli e un romanzo poi continuato con un nuovo scritto dove vi parlo di viaggi mancati ma non di quelli effettuati in vacanza, in treno, aereo bensì di viaggi di conoscenza che arrivano nel meraviglioso viaggio della vita stessa, che io allora preferii definire viaggio mancato riferendomi a quelle conoscenze non approfondite che si interrompono bruscamente lasciandoci un vuoto che fa male.
Ciò che voglio fare oggi è ripartire da qui per raccontarvi una storia ben diversa fatta di gesti semplici, condivisione, amicizia e amore.
È proprio vero, le sensazioni forti nella vita si provano quando smetti di cercare ciò che ti renderebbe davvero felice, quando smetti di crederci.
Dallo scorso romanzo sapete che vivo a casa mia con una delle mie sorelle e la sua famiglia. Da quando vivo con loro ho frequentato varie associazioni che poi ho deciso autonomamente di lasciare perché c’era intorno una scala di ruoli troppo rigida che dava poco spazio alla vera conoscenza tra persone.
Bene, un giorno andando in piscina con mio cognato, mentre facevo il bagno, mi trovai a parlare in acqua con un ragazzo il quale mi disse che frequentava un’associazione che gli permetteva di effettuare piccoli viaggi ed una volta all’anno con questa associazione andava anche in pellegrinaggio a Lourdes.
Il caso volle che in quel momento questo ragazzo stava in piscina con il presidente di quest’associazione quindi una volta uscita dalla piscina ne parlai con mio cognato il quale si avvicinò subito a questo ragazzo per conoscere il presidente di quest’associazione.
Il presidente, anche lui un ragazzo, ci diede un numero di telefono per farci prendere un appuntamento a settembre.
Non nego che da quel momento in poi la mia estate passò velocemente, avendo ben fissata in mente la possibilità di un appuntamento con quest’associazione.
Arrivò finalmente settembre ed un pomeriggio, previo appuntamento incontrammo quest’associazione.
L’incontro avvenne in un piccolo appartamento di Capezzano, dove io ebbi modo di farmi conoscere raccontando come passavo il mio tempo ma sottolineando che avevo frequentato varie associazioni e che nonostante questo spesso ero da sola perché non riuscivo a fare in modo che i miei rapporti nelle varie associazioni diventassero vere e proprie amicizie, attribuendo la colpa di tutto ciò ad una netta differenza che veniva effettuata tra utente ed operatore.
Dopo la mia presentazione il ragazzo, ovvero il presidente cominciò a parlare dell’associazione dicendo che questa era una Onlus dal nome G.A.L.S.
L’acronimo stava per gruppo amici Lourdes Salerno.
L’associazione nacque dopo un viaggio a Lourdes con un gruppo di ragazzi diversamente abili che dopo questo viaggio espressero la volontà di voler stare insieme anche più spesso nella semplice quotidianità.
Il presidente, infatti, mi invitò ad un’uscita che stavano organizzando quell’anno il 21 settembre in occasione di San Matteo patrono di Salerno: mi disse che si sarebbe fatto sentire per farmi partecipare.
L’impressione che ebbi fu molto positiva infatti ne fui felice quando quella sera mi vennero a prendere con le macchine per andare proprio a Salerno.
Ricordo benissimo quella serata perché anche se non conoscevo ancora nessuno bene mi rilassai facendo qualcosa che volevo fare da tempo ma che non facevo perché non avevo compagnia, ovvero, una semplice passeggiata a Salerno.
Dopo quell’uscita passò un bel pò di tempo prima di risentirli ma quando questo avvenne, successivamente, mi vennero a prendere sotto casa con un pulmino per portarmi nuovamente nel piccolo appartamento dove passammo un pomeriggio di relax tra merenda e giochi.
Nella confusione generale, in lontananza notai un altro ragazzo in carrozzina dai profondi occhi azzurri, lui incrociò il mio sguardo ma abbassò gli occhi quasi subito.
È stato qualche istante ma in quei pochi istanti ho sentito una sensazione molto forte che allora preferii ignorare e non decifrare.
Con il passare della serata spesso me lo sono trovato vicino ma senza avere la forza di parlare, i gesti erano scarsi, avevo quasi paura di toccarlo ma anche se non volli decifrare le sensazioni queste erano molto forti.
Le uscite continuavano ed ogni volta che partecipavo lo incontravo, sempre senza scambiarci molte parole ma restando sempre vicini.
Un giorno entrò in associazione una donna molto più grande di me, anche lei diversamente abile motoria che nel presentarsi disse di conoscere questo ragazzo.
A quel punto io con la scusa di avvicinarmi a questa donna per conoscerla meglio, cominciai ad avvicinarmi anche al ragazzo dagli occhi azzurri.
Cominciando a parlare del più e del meno mi resi conto che era molto timido ma in quel momento neanche io riuscivo a dire molto perché mi ero fissata a guardare i movimenti che faceva con le mani, che tra le altre cose io vedevo essere grandi. Guardandolo meglio mi resi conto che aveva anche le spalle e il torace grandi: bene, per quanto mi riguarda, mani, spalle e torace grandi mi danno un grande senso di protezione.
La nostra conoscenza continuò sempre molto marginale a causa della sua timidezza e del fatto che io avevo paura a decifrare le sensazioni che sentivo quando gli stavo vicino.
Passò altro tempo fino a quando una sera entrò in associazione un’altra ragazza con la quale io ebbi subito feeling e con la quale mi scambiai quasi subito il numero di cellulare.
Da quel momento tra me e lei sono iniziate una serie di telefonate di conoscenza fino a quando un giorno il ragazzo dagli occhi azzurri non mi disse di provare un interesse per lei.
Da quel momento in poi il tono delle telefonate tra me e questa ragazza cambiò perché io provavo a farli avvicinare, per aiutare questo ragazzo a conoscerla meglio.
Con il passare del tempo spesso e volentieri io litigavo con questa ragazza perché lei parlava male delle persone del gruppo con le quali io avevo maggiore confidenza.
Nel frattempo io avevo cominciato a parlare di più con il ragazzo dagli occhi azzurri tanto che ci eravamo scambiati il numero di cellulare ma in realtà non ci siamo mai telefonati.
Una delle volte che io avevo litigato con la ragazza della quale vi ho parlato pocanzi, lui mi contatta su messenger e dopo una conversazione dove si parlava sempre del più e del meno mi confessò che in realtà era interessato a me e non all’altra, si era avvicinato all’altra nella speranza che tramite lei potesse conoscere meglio me.
Da quella rivelazione il tono della nostra conversazione è cambiato ma soprattutto siamo passati a parlare su whatsapp. Lui è sempre stato molto dolce, una sera intorno alle 22:30 mi telefona raccontandomi che lui ha avuto un interesse per me fin da subito.
A quel punto io gli raccontai le mie due esperienze d’amore passate, confessandogli che date le delusioni avevo paura di innamorarmi.
Da quando gli ho raccontato queste esperienze e le mie paure, lui è stato sempre più dolce al punto tale che una mattina, mentre stavamo parlando con whatsapp io gli confesso che mi stavo innamorando di lui e nonostante le mie tante paure, la sua risposta fu positiva.
Era il 16 ottobre di quasi tre anni e mezzo fa.
In tutto questo tempo le cose in associazione erano molto cambiate, nel frattempo era morto uno dei soci fondatori e le uscite si erano molto diradate.
Con questo ragazzo mi sentivo per lo più telefonicamente ma vi posso assicurare che, nonostante questo le mie sensazioni erano molto forti e queste furono confermate durante un week- and di permanenza con l’associazione in una villa che nel frattempo era diventata la nostra nuova sede in occasione del compleanno di questo socio fondatore che morì.
Le sensazioni furono molto forti e profonde, sensazioni che successivamente mi hanno portato ad innamorarmi.
Dopo molto tempo da questo week- and e dopo svariati mesi che stavamo già insieme ci siamo rivisti con il gruppo ed abbiamo detto di stare insieme.
Non voglio annoiarvi ma ci tengo a raccontarvi un po’ questi week- and organizzati perché al primo di questi, io e lui, che ormai era il mio ragazzo, ci siamo baciati così ho anche provato l’emozione del primo bacio.
Voglio però raccontare il tutto con molta calma.
Morendo uno dei soci fondatori con il passare del tempo l’associazione si è sciolta ma il presidente ci teneva a non perdere la sede perché il suo obbiettivo era quello di fare della villa, ovvero della sede, un centro diurno.
Per fare in modo che nel frattempo non ci togliessero la villa, lui ha pensato di organizzare proprio nella villa una serie di week- and di permanenza.
Ricordo molto bene il primo week- and .
Mi vennero a prendere con il pulmino un venerdì sera di fine luglio intorno alle 18: 30, appena arrivati lì trovammo altri ragazzi ed i genitori con la famiglia del socio fondatore che morì, dopo una cena a base di pesce organizzata dal padre del socio fondatore, rimanemmo a parlare in terrazza tra di noi fino a notte fonda.
La mattina dopo mi svegliai molto presto, emozionata per il fatto che avevo pernottato fuori casa.
Dopo un’abbondante colazione in terrazza andammo in piscina per divertirci un po’ e poi tornammo per pranzare in villa tutti insieme.
Il week- and fu molto semplice ma molto rilassante e piacevole al punto tale che dopo questo ne vennero una serie.
Al primo week- and dopo il compleanno del socio fondatore deceduto io ed ormai il mio ragazzo ci baciammo.
Ricordo perfettamente quella giornata, ci svegliammo relativamente presto, facemmo colazione insieme passando la mattinata a parlare del più e del meno con i nostri amici ma dopo un altro pranzo in terrazza andammo nel salone per ascoltare un po’ di musica con gli auricolari ed il mio MP4, solo successivamente mi ritirai in quella che per quel week- and era la mia stanza e mi preparai al mio primo bacio.
Indossai una gonnellina bianca con una maglia nera monospalla ed un paio di sandali bianchi, mi truccai e indossai anche qualche gioiello che nel frattempo mi aveva regalato proprio lui.
Lo chiamai nella stanza e quando mi vide ricordo che si commosse allora io lo abbracciai e poi passando le mie dita sulle sue labbra gli feci capire che volevo baciarlo. Lui non si è tirato indietro e così ci siamo baciati.
Per essere il mio primo bacio è stato come l’ho sempre sognato ovvero molto romantico e dolce.
Più tardi i nostri amici ci prepararono una cena a lume di candela, insomma io andai a dormire con gli occhi sognanti ed il cuore che scoppiava per la gioia che si sente grazie all’amore.
Questa villa ad oggi è diventata un centro diurno che io frequento cinque giorni a settimana compreso il sabato giorno in cui mi vedo con lui.
Il sabato rispetto agli altri giorni è molto più rilassante quindi abbiamo una maggiore possibilità di coccolarci.
La prima volta che ho parlato con la mia famiglia di questo ragazzo e della nostra storia, mi hanno subito detto che mi stavo immettendo in una storia senza futuro ma siccome le sensazioni ancora ad oggi che sono passati tre anni e sette mesi, sono molto forti io ho deciso di andare avanti.
Non fraintendetemi, capisco la mia famiglia che ha paura per un domani nel caso la storia dovesse finire ma io penso anche che se ogni volta che sento qualcosa di diverso dall’amicizia per una persona mi lascio bloccare dal mio handicap e dalle paure io non vivo più.
Nel continuare questa storia ho avuto modo di partecipare al matrimonio della sorella, la quale ad oggi è diventata mamma di una splendida bambina: sono stata invitata al battesimo ma non ci posso andare perché non c’è nessuno che mi può accompagnare, tanto meno la mia famiglia che nonostante gli anni passati rimane sempre della sua idea.
Di contro la sorella mi ha contattato dicendomi che loro ci tengono a festeggiare il battesimo della piccola anche con me e ci stiamo organizzando in maniera tale che un sabato di ritorno dal centro mi fermo a casa del mio ragazzo e poi la sera vado con tutta la sua famiglia a cena fuori.
La storia sarebbe ancora molto lunga ma è ancora tutta da vivere prima che da scrivere.
Non so il futuro se ci troverà ancora insieme, in questo momento voglio solo vivere tutte le meravigliose sensazioni che questa storia inaspettatamente porta con sé.
Il futuro nonostante le tante paure di molti, non possiamo prevederlo, il passato non possiamo cambiarlo; non possiamo rimediare ai nostri errori.
L’unico tempo che il buon Dio ci ha dato la possibilità di vivere qui ed ora è il nostro presente ed io sono felice di viverlo.
Di questo e delle persone che mi sono accanto oggi sarò sempre grata alla vita perché come spesso dico, la vita è una meravigliosa giostra composta da tante persone che ci stanno accanto e che ci fanno vivere innumerevoli sensazioni forti: una di queste è l’amore che per me è stato da sempre e rimarrà sempre il vero motore della vita stessa.
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