di FRANCESCA CITRO
Cari lettori, è un po’ che non leggete nulla scritto da me, forse perché sono assorbita da una quotidianità che mi vede presente cinque giorni su sette all’interno di un centro diurno dove passo le giornate facendo diversi laboratori manuali ma anche laboratori di lettura, informatica ed inglese quindi poi quando sono a casa, il fine settimana, preferisco rilassarmi.
Questo che stiamo vivendo non è un periodo facile per nessuno. Siamo assorbiti da una quotidianità che non ci permette di essere spontanei e naturali al cento per cento.
Dal 7 marzo 2020 tutti noi stiamo facendo i conti con una pandemia da Covid 19 che ci costringe quando siamo fuori casa, ad indossare una mascherina ed a rispettare quello che ormai tutti chiamano distanziamento sociale.
Devo essere sincera con voi e dirvi che tendo a pensarci poco ed a tal proposito è una fortuna essere impegnata cinque giorni su sette, pensarci non è semplice.
All’improvviso mi sono ritrovata chiusa in casa per svariati mesi senza neanche quel minimo di quotidianità che avevo acquisito e che finalmente mi permetteva di non stare più da sola. Come tutti ho vissuto il periodo che tutti conosciamo con il nome di lockdown.
Non è stato facile perché la mia quotidianità già in una situazione “normale” è fatta di poche e piccole cose, quando mi sono vista togliere anche questo poco, alcune volte mi sono lasciata andare ad una crisi di pianto.
Se mi fermo a riflettere su tutto questo mi sento quasi finta.
Caratterialmente nei rapporti in generale tengo molto al contatto fisico e per me rinunciare a questo non è molto semplice.
Questo scritto potrei definirlo uno sfogo relativo alla situazione che ormai tutti noi stiamo vivendo da quasi un anno.
La mia speranza è che un giorno seppure lontano, ascoltando il notiziario o qualche programma d’informazione in televisione dicano che piano piano possiamo ricominciare ad avvicinarci ed abbracciarci perché credo che solo così si possa realmente ritrovare la propria spontaneità e vivere al meglio i rapporti sociali.
In realtà ho anche un’altra speranza ossia quella che tutti abbiano imparato da questa pandemia ad essere più sinceri nei rapporti ed a collaborare nei momenti di maggiore difficoltà perché solo collaborando e condividendo momenti sociali con sincerità si può sperare di riuscire a vivere in maniera più serena.
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